È partito alle 7 di questa mattina lo sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e in tutti gli stabilimenti del gruppo ArcelorMittal.

In presidio decine di lavoratori e rappresentanti sindacali.

I metalmeccanici chiedono "all'azienda l'immediato ritiro della procedura di retrocessione dei rami d'azienda e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi, ripristinando tutte le condizioni in cui si è firmato l'accordo del 6 settembre 2018 che garantirebbe la possibilità di portare a termine il piano Ambientale nelle scadenze previste".

Fim, Fiom e Uilm sostengono che "la multinazionale ha posto delle condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del Piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a quattro milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno a lavoro dei 2mila attualmente in Amministrazione straordinaria".

Ieri il premier Giuseppe Conte è salito al Quirinale da Sergio Mattarella, per parlare anche delle misure che possono essere messe in atto.

"Qui non ci sono governi attuali e precedenti - è l'appello di Conte - qui non c'è la maggioranza o l'opposizione, per una volta non ci dividiamo, marciamo coesi verso il salvataggio di questo polo industriale".

"Stiamo già valutando tutte le possibili alternative - ripete Conte - ma aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore".

(Unioneonline/D)
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