Repubblica e monarchia sono termini che indicano due forme di governo diverse e richiamano concetti opposti: tanti contro uno solo, collettività contro individuo, elezioni contro ereditarietà. Semplificando, possiamo dire che in genere siamo portati a etichettare la repubblica come “bene” e la monarchia come “male”: l’istinto ci dice che è meglio essere governati da liberi rappresentanti del popolo piuttosto che da una sola persona, che potrebbe avere diritto di vita e di morte su tutto e tutti. La realtà però non è così semplice e lineare, perché i processi storici sono complessi e talvolta danno vita a risultati inaspettati. È quello che ci conferma la lettura del saggio Corone d’Europa (Guerini e Associati, 2020, pp. 200, anche e-book), curato dal giornalista Francesco De Leo e dallo storico Leo Goretti e realizzato in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali.

Il libro parte da una constatazione semplice: due secoli fa la maggior parte degli Stati aveva a capo un re o una regina. Oggi se ne contano ventinove in tutto il mondo e va detto innanzitutto che sono ancora in vigore monarchie assolute che fanno dell’esercizio indiscriminato del potere uno dei fulcri della loro esistenza: tra queste ricordiamo le monarchie del Medio Oriente come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar e il Bahrein. Qui il potere accumulato dalle famiglie reali grazie al petrolio permette ai sovrani di disporre di una possibilità di intervento pressoché illimitata all’interno dei confini del proprio territorio. Questi monarchi consolidano la fama negativa e antiliberale abbinata spesso a questa forma di governo.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Se però ci soffermiamo a guardare una cartina del nostro continente risulta evidente che ci sono ben dodici Paesi attualmente retti da monarchie. Tra questi, tre principati e un granducato. Si potrebbe addirittura parlare di un’Europa delle Corone, dato che oltre 160 milioni di persone vivono in una monarchia. Ebbene queste monarchie europee, invece di incarnare l’idea di un potere esclusivo e individuale, rappresentano a tutti gli effetti una garanzia per la democrazia. Sono le monarchie costituzionali di Svezia, Regno Unito, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, per fare alcuni esempi. In questo caso i sovrani non detengono più un potere politico effettivo, ma sono diventati il simbolo dell’unità nazionale: rappresentano il loro Paese all’estero e sono un punto di riferimento per i loro concittadini, che non considerano più sudditi.

Questo accade anche perché la monarchia è un’istituzione molto antica e quindi è in grado di trasmettere un senso di unità e di continuità nella storia del Paese. Un esempio attuale del valore democratico della monarchia è la regina Elisabetta, sovrana del Regno Unito: rispettata in patria e all’estero, è diventata un’efficace messaggera dei tradizionali valori democratici del suo Paese. Un altro ruolo che i moderni monarchi europei svolgono è quello di limitare il potere dei politici eletti. Questi ultimi, nelle lotte di partito e nelle sfide elettorali che devono affrontare contro i loro rivali politici, assumono spesso posizioni estreme e, pur presentandosi come governanti di tutta la popolazione, in genere vengono visti come tutori solamente della loro parte politica e dei loro elettori. Il monarca invece non si impegna in questi confronti politici, il suo compito è rappresentare lo Stato stando al di sopra delle parti e rispettando le libertà del Parlamento. Per questo la monarchia è un argine efficace all’esercizio assoluto del potere politico.

Da quanto abbiamo detto e dalla lettura del libro possiamo trarre una lezione: è sbagliato giudicare il governo di uno Stato solo in base alla sua denominazione. Molte repubbliche, soprattutto al di fuori dell’Europa e del mondo occidentale, hanno poco a che fare con uno Stato liberale e rispettoso dei diritti umani. Questo in realtà è successo anche in passato: basti pensare che dal 1943 al 1945 nel Nord Italia fu instaurata la Repubblica Sociale Italiana (RSI), un regime dittatoriale guidato da Benito Mussolini e protetto dalla Germania nazista di Hitler. La forma esteriore di monarchia o repubblica può quindi rivelarsi diversa da quello che la storia e l’istinto di solito le attribuiscono.
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