Era il 24 gennaio 1920 quando Amedeo Modigliani, ricoverato, incosciente, all'ospedale della Carità di Parigi, moriva alla giovane età di 36 anni.

A stroncarlo una meningite tubercolare, malattia incurabile al tempo e che l'artista "maledetto" era riuscito, miracolosamente, a sconfiggere vent'anni prima.

Con i suoi amici artisti parigini in poco tempo aveva contribuito a rivoluzionare il corso della pittura occidentale. E la sua stessa morte precoce lo trasformerà in una leggenda, pittore celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati.

Ad accompagnare il grande autore livornese al cimitero del Père Lachaise, nel primo pomeriggio del 27 gennaio, un corteo degno di un principe. "Non dimenticherò mai il funerale di Modigliani - avrebbe scritto lo scultore Jacques Lipchtiz a proposito delle esequie - Amici, fiori, i marciapiedi affollati di gente che chinava il capo in segno di dolore e di rispetto. Tutti sentivano nell'intimo che Montparnasse aveva perduto qualcosa di prezioso, qualcosa di molto essenziale".

"Quando morì, Modigliani era tutt'altro che sconosciuto - ha scritto sempre Jacques Lipchtiz - Parigi era piena di gente strana e sconcertante, molti dotati di talento e alcuni di genio, ma egli eccelse sempre su tutti. E tra noi la sua fama di pittore si era affermata", benché solo nel 1922 arrivò per l'artista, dunque postuma, la fama internazionale.

Nei quartieri parigini di Montparnasse e di Montmartre, Modigliani aveva stretto amicizia con Guillaume Apollinaire, Chaïm Soutine, Paul Guillaume, Blaise Cendrars, Andrè Derain e Maurice Utrillo ed era da

tutti ammirato per la sua cultura, il suo fascino e il suo carisma.

A incantare il suo talento geniale e l'approccio intransigente all'arte, per la sua bellezza e per la sua passionalità mediterranea.

Grande rivale di Modì, così era conosciuto Amedeo a Parigi, era Pablo Picasso, che il pittore di Livorno ammirava e odiava. Picasso era però affascinato dal giovane artista italiano, e dalle sue opere in cui si rispecchiava tutta la bellezza dell'arte rinascimentale espressa con un linguaggio assolutamente moderno.

Tragedia nella tragedia, ad accompagnare "Modì" alla morte, così l'artista era noto nei quartieri parigini, anche la sua giovane compagna, Jeanne Hébuterne, artista di talento che tutti adoravano.

La donna, che da Modigliani aspettava il secondo figlio Amedeo, portata nella casa dei suoi genitori all'indomani della morte del suo amore, si gettò da una finestra al quinto piano.

Modigliani venne sepolto nel cimitero del Père-Lachaise nel primo pomeriggio del 27 gennaio. Jeanne fu tumulata il giorno dopo al cimitero parigino di Bagneux, vicino a Parigi, e fu solo nel 1930 che

la sua amareggiata famiglia (che l'aveva fatta seppellire furtivamente per evitare ulteriori "scandali") concesse che le sue spoglie fossero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani.

Nasceva così il mito che trasformerà Modigliani in un personaggio leggendario, in una emanazione evanescente e scandalosa di un mondo bohémien, che nei suoi ritratti e nei suoi nudi riconoscerà il senso della propria estrema vitalità mista a tedio e profonda fatale malinconia.

(Unioneonline/v.l.)
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