Scuole al via in tutta Italia, Sardegna compresa. E per gli studenti (ma anche un po' per i genitori) ricominciano i patemi legati allo studio e alle interrogazioni.

La cosa peggiore, però, quando si va scuola è ritrovarsi a passare lunghe ore davanti ai libri per poi ottenere risultati modesti. Alla lunga ci si sente frustrati, ritrovarsi tra i banchi diventa una vera fatica.

Prima di autoflagellarsi e magari gettare la spugna si può provare ad approcciare lo studio in maniera diversa come suggerisce il libro "Guida allo studio per pigri" (Feltrinelli, 2019, pp. 139, anche e-book) di Iris e Felicitas Komarek, la prima una madre che però è anche una studiosa dei processi di apprendimento, la seconda una figlia che non ha mai amato troppo trascorrere le giornate alla scrivania, ma che ha saputo trovare la sua via allo studio.

Una via che passa prima di tutto da una semplice constatazione: non siamo tutti studenti uguali e non abbiamo tutti gli stessi ritmi e la stessa resistenza. Certo, se non riusciamo a stare cinque ore incollati davanti ai libri siamo sicuramente dei pigri rispetto al classico secchione. Ma pigro non significa necessariamente "lazzarone". Possiamo definirci piuttosto come "studenti minimalisti", che possono anche essere molto produttivi ed efficienti perché mirano ad ottenere il risultato con il minimo sforzo. L’importante è essere consapevoli di questa predisposizione, non viverla con un senso di colpa e non agognare l’impossibile, cioè il massimo dei voti.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Uno studente minimalista di successo si distingue però dal classico lazzarone perché possiede alcune consapevolezze e il nostro agile volumetto è fatto apposta per farcele apprendere. Prima di tutto lo studente minimalista sa che se la propria capacità di stare sui libri è di due ore, in quei centoventi minuti bisogna dare il massimo. Si deve essere concentrati su quello che si sta facendo e avere la capacità di isolarsi dal mondo e dalle persone. Il minimalista di successo quindi gestisce bene il suo tempo e sa distinguere nettamente tra tempo di lavoro e relax.

Il minimalista di successo è poi contemporaneamente saggio e furbo. Saggio perché è consapevole che non può studiare tutto riga per riga ma deve saper discernere le cose importanti da quello che lo sono meno. Per questo ha la furbizia di ascoltare in classe. Nei venti minuti della spiegazione dell'insegnante o del prof vi è il distillato di quello che si deve apprendere. Insomma, meno di mezz’ora a scuola fa risparmiare ore a casa.

Inoltre, il "pigro di successo" comprende l'importanza di non fare tirare a studiare fino notte fonda e conosce il valore terapeutico del sonno per lo studio. Mentre si dorme il nostro cervello elabora le informazioni acquisite e quindi un sonno lungo non è certo tempo buttato via.

Insomma, il minimalista è nello studio un velocista e non lo si può paragonare con un mezzofondista e neppure con un maratoneta, però…col tempo, se il pigro comincia a carburare, acquisisce pure resistenza. Così le due ore possono diventare anche tre e forse più, anche perché i buoni voti sono sempre un eccellente incentivo a fare di più!
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