Per accedere ai finanziamenti dell' Unione Europea dichiaravano su terreni sterminati mandrie di cavalli e mucche, greggi di pecore che in realtà non possedevano, tutto con l'aiuto di un dipendente dell'ente locale preposto al controllo delle autocertificazioni. Per questo tre persone, tutte di Orgosolo (Nuoro), sono finite agli arresti domiciliari. Si tratta di due allevatori, marito e moglie, più un dipendente di un centro di assistenza agricola nuorese.

Dovranno rispondere di truffa per oltre un milione e 200mila euro ai danni dello Stato e dell'Unione Europea. Il raggiro alla comunità è stato messo in atto nell'arco di sei anni, ma è stato smascherato dalla Guardia di Finanza di Nuoro, Sezione Polizia tributaria. Indagate anche altre cinque persone per utilizzo abusivo di sistemi informatici riservati. L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Nuoro, Andrea Schirra.

Le misure cautelari sono state emesse, su richiesta della Procura di Nuoro, dal gip Mauro Pusceddu. Nell'inchiesta oltre ai tre, gli allevatori Pietro Catgiu, di 32 anni, Manuela Floris, di 28, e l'impiegato del Centro di assistenza Giuseppe Podda, di 41, ci sono altri cinque indagati per utilizzo abusivo di sistemi informatici riservati. I tre arrestati dovranno rispondere di truffa, per oltre un milione e 200mila euro ai danni dello Stato e dell'Unione Europea, messa in atto nell'arco di sei anni e smascherata dalla Guardia di Finanza di Nuoro, Sezione Polizia tributaria.
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