Secondo le accuse, aveva ucciso una prostituta anticipando il delitto in un romanzo. La Corte d'Assise di Torino, invece, lo ha assolto "per non aver commesso il fatto". Daniele Ughetto Piampaschet è scoppiato in lacrime in aula: per lui il pm aveva chiesto l'ergastolo.

L'uomo, 35enne di Giaveno (Torino), di professore scrittore, era stato arrestato perché ritenuto colpevole dell'omicidio di Anthonia Egbuna, una giovane prostituta nigeriana, avvenuto nel novembre 2011. Le modalità con cui si era svolto il delitto erano tutte scritte in un libro di Piampaschet, un romanzo, poi pubblicato, che conteneva tutti i dettagli: le coltellate e il tentativo di eliminare il corpo della donna gettandolo in un fiume, dove poi, nel febbraio 2012, era stato effettivamente ritrovato in avanzato stato di decomposizione. La data della morte era stata fatta coincidere l'interruzione delle comunicazioni del suo telefono, che il sospetto omicida conosceva bene perché spesso la chiamava. Lui era finito in manette nell'agosto di quell'anno, al suo rientro da Londra, dove era andato per fare il volontario alle Olimpiadi. Secondo il pm però la sua colpevolezza era dimostrata da tre elementi: l'improvvisa cessazione di comunicazioni tra lui e la vittima (proprio il 28 novembre), la presenza del sangue della prostituta sui sedili di una delle auto a disposizione di Piampaschet, e i due romanzi, "La rosa e il leone" e "Il braccialetto di corallo", nei quali ci sarebbe una confessione extragiudiziale, contenente dettagli che corrispondono in modo perfetto al delitto. L'uomo ha sempre respinto le accuse, proclamandosi innocente.
© Riproduzione riservata