Mentre su Latina albeggiava e chi era sveglio si preparava alla spesa per il pranzo di Natale, lui uccideva la madre con un cuscino sul volto e un colpo di pistola. 'Volevo proteggerlà dirà poi al momento della cattura. Ma la sua lucida follia prosegue dopo l'omicidio. Lascia il cadavere della madre in casa e raggiunge la villetta paterna dove vivono come affittuarie alcune famiglie di romeni, e uccide un'altra donna. Ferisce il figlio di lei in modo grave, il marito, e cerca di uccidere un'altra romena graziata da una pistola inceppata o forse, chissà, scarica. E' il sabato di follia omicida di Roberto Zanier, 35 anni, ex guardia giurata, la cui corsa è stata fermata dalla polizia in aperta campagna dopo alcune ore. Ad un amico, ieri sera, avrebbe parlato di una lettera, nella quale avrebbe spiegato il suo gesto. "Riceverai una lettera - gli avrebbe detto il killer - in cui spiegherò tutto". Latina si è svegliata con il terrore di avere per le strade un pluriassassino capace di una efferatezza fuori dal comune, che né i motivi economici, la disoccupazione, una depressione di cui parla chi lo conosceva potranno forse spiegare mai del tutto. Agli agenti che lo hanno fermato, dopo ore di ricerche in cui è stato impiegato anche un elicottero, Zanier, un passato nel basket e lavori saltuari, non ha opposto alcuna resistenza. Vagava da solo, in stato confusionale, verso la Pontina, in un paesino vicino a Latina. Dell'omicidio della madre, agli agenti ha solo detto: "volevo proteggerla. E' la fine del mondo". E poi ai poliziotti ha indicato il canale dove ha gettato l'arma, che non è stata ancora trovata. Non aveva un cattivo rapporto con la madre, dicono i conoscenti, era andato a vivere con lei dopo la separazione dei genitori. Eppure, è stata lei la sua prima vittima. Poi Roberto, descritto da tutti come "un bravo ragazzo", è uscito. E mentre in città regnava la calma della mattina presto di un sabato prenatalizio è arrivato a casa di suo padre. Ha preso nuovamente la pistola e ha cominciato a sparare all'impazzata a una famiglia di romeni, affittuari in uno dei garage della villetta. A farne le spese è stata Elena Tudosa, 44 anni, che è morta subito. Nemmeno di fronte a quel sangue Zanier si è fermato: ha continuato a sparare, ha colpito gravemente alla testa il figlio di lei, Andrei Gabriel Bogdan, 19 anni, poi operato e ricoverato in ospedale, e ha ferito anche il compagno della vittima. Le grida erano forti, le hanno sentite anche i vicini. E' arrivato lo zio di Roberto, che vive lì con il fratello e che non deve aver creduto ai suoi occhi di fronte a quella carneficina: ha tentato di fermarlo, insieme al marito della vittima, ma Roberto era accecato dalla rabbia. Voleva uccidere ancora, la sua furia non si è placata se non dopo aver provato a colpire un'altra donna, un'altra romena, sempre un'affittuaria. Non è riuscito a spararle solo perché la pistola si è inceppata, o perché era scarica. E' stata lei, mentre gli altri cercavano di bloccarlo, a chiamare la polizia. Ma Roberto era ormai fuggito in auto. Sarà ricercato per alcune ore: posti di blocco in tutto il capoluogo pontino e un elicottero chiuderanno il cerchio poco dopo le 12, trovandolo sotto choc a poca distanza dall'auto, unica compagna in una fuga senza speranze. Ora all'appello manca solo l'arma del delitto.
© Riproduzione riservata