Parla degli omosessuali e cita San Paolo: «Gli autori di tali cose meritano la morte». E aggiunge: «Parole attualissime perché trattano questi temi in una maniera veramente precisa».

A don Massimiliano Pusceddu non piace la legge sulle unioni civili approvata di recente.

«È un colpo al cuore alla famiglia», ha detto ai suoi fedeli dal pulpito della chiesa di Decimoputzu, il 28 maggio scorso.

La base è un passo della Bibbia, l'altro ingrediente un fatto di attualità. Il prete ex esorcista, ex pugile - ma ancora leader del movimento Apostoli di Maria con migliaia di adepti - li mescola nelle sue prediche.

Gli omosessuali sono «colmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia, pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità, diffamatori, maldicenti, nemici di Dio». Ancora: «Pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa».

E una settimana prima dell'invettiva sui gay è toccato a Marco Pannella, appena morto: «Padre Federico Lombardi (portavoce del Vaticano, ndr) lo ha indicato come esempio, ha sbagliato: quell'uomo ha fatto uccidere bambini con l'aborto».

Il 4 giugno, l'obiettivo è il segretario della Cei (Conferenza episcopale italiana) Nunzio Galantino: «Parla di poveri e di migranti, di tutto tranne che di Gesù».

E ha aggiunto, don Max, che «l'accoglienza sfrenata incentiva i trafficanti di uomini» e che, in sintesi, con parole salviniane, i migranti bisogna aiutarli a casa loro.
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