S i consolida il Governo Draghi. Inizia il disgelo tra le forze politiche che lo sostengono. Sbocciano collaborazione, armonia, unità. Inizia la primavera.

Sembra ormai un ricordo lontano il governo Conte (e la sua coalizione) tanto che nessuno si accorge più che quello attuale non é frutto di una normale dinamica democratica ma rappresenta una terapia imposta dal Quirinale contro i suoi mali endemici. Una sorta di anticorpo contro il virus (stavolta non quello del Covid-19) che ha ridotto la democrazia in stato comatoso.

D raghi è infatti sostenuto dalla terza maggioranza della legislatura: la prima era di destra, la seconda di sinistra, la terza di ambedue assieme. E chi giurava di non allearsi mai con l'altro sorride oggi beffardo. Tanto sa che l'elettore ha la memoria corta e nessuno già ricorda più di aver votato questo o quel partito proprio in forza di quelle affermazioni. Salvo poi ritrovarsi nella situazione diametralmente opposta. Vabbè, un piccolo inganno, che ci vuoi fare. Tanto l'elettore non decide ormai più nulla: non i candidati, non gli schieramenti, non i capi di governo, i quali cambiano anch'essi ad ogni giro di giostra. Eppure le elezioni prendono il nome dal latino eligere. Si ma, eligere cosa?

Ormai superata sembra pure la critica, mossa subito a Draghi, di aver incluso politici, non all'altezza, nella compagine di governo. E con essa l'auspicio che non riescano a condizionarlo. Nessuno sembra infatti ricordare più che quei politici non sono stati scelti da Draghi ma dagli elettori, forse in un momento di distrazione. E ora che sono lì si spera che non decidano nulla. Strana democrazia questa, conquistata a ben caro prezzo, nella quale c'è da sperare che chi è eletto non eserciti la sua funzione.

Non ci resta che l'alternanza, almeno questa innegabile. Ma non più tra destra e sinistra: tra politica e tecnica. Infatti, periodicamente, dopo che la politica ha prodotto tutti i possibili guasti, si chiama il tecnico di turno a ripararli. Appena questo lo fa, a spese degli italiani, gli si dà la colpa, lo si defenestra e si torna a far governare i politici i quali, di competenze tecniche, ne hanno sempre meno. L'elettore infatti pensa che essi non debbano avere competenze, tanto ci sono i tecnici che li aiutano. Il Parlamento, del resto, si chiama così perché vi si parla, non perché vi si decide. Anzi, per evitare equivoci, si è costruito un meccanismo (cosiddetto bicameralismo) perfetto.Tanto perfetto che non produce mai alcuna decisione.

Non resta quindi che sdoganare definitivamente la democrazia diretta utilizzando la piattaforma Rousseau. Anche qui, l'elettore è contento perché dice: la politica non decide nulla, tanto vale votare direttamente online. Non importa se la decisione è difficile, l'elettore saprà orientarsi. Al massimo, per farla semplice, si potrà inserire la risposta all'interno della domanda stessa, com'è avvenuto per sostenere il governo Draghi. E se in passato si è sempre sostenuto il contrario? Non importa. Le cose cambiano, si sa. E la cattiva memoria evita tanti rimorsi.

ALDO BERLINGUER
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