L a magistratura è ruzzolata nel pantano. Stava sugli altari abusivamente, ma non era politicamente corretto dirlo. Ora che anche la toga di fico che ne copriva i maneggi e gli intrighi è caduta, le anime candide e cieche che l'avevano posta al di sopra di ogni sospetto fingono di essere sorprese, sconcertate. Non simuliamo incredulità, facciamoci piuttosto un esame di coscienza collettivo. Il nostro è un Paese dove un chicchessia può diventare capo del governo o ministro; è un Paese dove il merito viene punito e l'incompetenza premiata; è un Paese dove l'avversario politico non si contrasta ma si abbatte. Perché soltanto la magistratura dovrebbe essere specchio di virtù e onestà? Perché coloro che vi appartengono dovrebbero essere sacerdoti immacolati indenni da corruzione e inquinamenti? Fanno parte anche loro di questo sistema, in esso sono cresciuti e ad esso si adattano. Anche loro si sono divisi in correnti politiche mutuando dai partiti vizi e rissosità. Il Csm è diventato un mercato; non del pesce, ma borsistico: vi si vendono e comprano azioni, si fanno scalate. Anche in quel presunto santuario si pratica un rito alternativo a quello della Giustizia. Certo, non bisogna mai generalizzare: però salta agli occhi che anche lì, come in politica, stanno prevalendo i chicchessia.

TACITUS
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