S e i nostri politici fossero dei ragazzini basterebbe trattarli come si faceva un tempo con gli studenti più riottosi: un rimbrotto e via in classe, di nuovo seduti sui banchi a studiare. Purtroppo giovani non sono (anzi, alcuni mostrano orgogliosi l'antico pelo) ed ecco che a noi poveri sgovernati tocca assistere impotenti ad una interminabile esibizione di litigiosità, sguaiataggine e massima inconcludenza.

È ben misera la cifra che contraddistingue la politica nazionale. Un panorama desolante, a tutti i livelli e in ogni schieramento. È per questo che quando - raramente - un raggio di sole squarcia il grigiore vale la pena di salutarlo come un evento. Negli ultimi giorni tre vicende, positive, hanno concorso a restituire un filo di speranza. Le elenco brevemente.

L'assegnazione delle Olimpiadi Invernali del 2026 a Milano e Cortina. Ne ha già scritto magistralmente Mario Sechi, elencando nel dettaglio i motivi per i quali è da considerare un grande riconoscimento, un'iniezione di fiducia nel sistema-paese, antidoto al disfattismo. Aggiungo solo che per una nazione come l'Italia, da troppo tempo ferma sulle gambe, come si dice in gergo sportivo, è una benefica scossa morale che va al di là dei grandi proventi economici che ne verranno.

La seconda buona notizia è che, a quasi un anno dalla terribile e sconcertante tragedia, è iniziata la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. I genieri hanno demolito il rudere dell'ultimo troncone e gli operai hanno gettato la prima colata di calcestruzzo. (...)

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