D ei ricercatori giapponesi ci hanno spiegato, di recente, che spesso gli ingorghi stradali si manifestano per causa umana, per il comportamento indisciplinato di taluno. Basta che in pochi eccedano in velocità o brusche frenate e l'ingorgo si forma: poche auto possono paralizzare un'intera città. Ben vengano, dunque, le nuove auto intelligenti perché le stesse, rispettando il codice della strada, causeranno molti meno ingorghi (e molti meno incidenti), tanto da rendere superflui anche i semafori.

Ingorgo però è un concetto più ampio: include qualsiasi congestione, compreso -se vogliamo- il problema migratorio. In effetti una ricerca dell'Istituto Cattaneo rivela che gli italiani sono il popolo, in Europa, con la percezione maggiormente distorta del fenomeno immigrazione. Esso viene avvertito proprio come un ingorgo, per taluni una vera e propria invasione. Si confondono, anzitutto, gli immigrati (che, nati all'estero, hanno acquisito la cittadinanza italiana) con gli stranieri (che, pur nati in Italia, hanno cittadinanza estera). E si immaginano numeri da capogiro.

Invece gli immigrati, nel nostro Paese, sono relativamente pochi: meno di cinque milioni, cioè meno del 7% della popolazione italiana, a fronte del 9,9% dell'Austria, 8,5% della Francia, 8% della Germania, 11,6% della Svezia. Anche i circa 600.000 irregolari ed i migranti ospitati nei centri di accoglienza, circa 160.000, sono (relativamente) pochi, specie a fronte di una sensibile riduzione degli sbarchi, avvenuta nel 2018. (...)

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