Il colpo d'occhio dei filari è seducente. Colline piene di armonia, dove le coltivazioni seguono i profili del paesaggio inondandoli dei colori e dei profumi dei vitigni. Il Mandrolisai in Sardegna è un po' come i più blasonati Langhe o Monferrato del Piemonte. Non sta nell'olimpo dell'Unesco che ha premiato i paesaggi vitivinicoli piemontesi, inseriti nel 2014 nel patrimonio mondiale dell'umanità. Ma nello stesso solco colleziona riconoscimenti prestigiosi all'insegna di una unicità, almeno in terra di Sardegna. Il più recente è arrivato a metà marzo quando, in occasione della giornata nazionale del paesaggio, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha attribuito una menzione al progetto Longevitas Mandrolisai che mette assieme quattro Comuni: Atzara, Meana Sardo, Ortueri e Sorgono. La loro scommessa è allettante anche nel nome: "La Sardegna è bella dentro. Ecomuseo del territorio". Al di là delle parole c'è un progetto di sviluppo che punta tutto su un patrimonio invidiabile, ovvero i vigneti storici, sopravvissuti a stravolgimenti e abbandoni registrati invece in altre parti dell'Isola. Qui - come nota il sindaco di Atzara, Alessandro Corona, promotore dell'iniziativa - "laddove 50 anni fa c'era una vigna c'è ancora una vigna, laddove c'era una casa rurale c'è ancora una casa rurale". Nessuna modifica ha alterato l'armonia delle campagne che, però, non sono state dimenticate né trascurate. Hanno continuato a essere curate con la maestria d'un tempo, per onorare una tradizione alimentata dalla necessità di integrare il reddito familiare, legata alla produzione del vino, diventata in anni recenti fiore all'occhiello dell'economia e della storia locale. Un patrimonio che, in tempi di ecosostenibilità reclamata e raccomandata a tutti i livelli, diventa un modello. Perciò ora viene evocato come un'eccellenza, promossa anche dalle giovani generazioni, eredi consapevoli di un patrimonio pieno di potenzialità.

Casa con vigneto (foto Comune di Atzara)
Casa con vigneto (foto Comune di Atzara)
Casa con vigneto (foto Comune di Atzara)

Longevitas Mandrolisai, progetto figlio di questa tradizione, diventa un marchio territoriale per le produzioni locali, non solo quelle frutto dei vigneti storici, regolarmente registrati in ognuno dei quattro paesi coinvolti, ma per l'ampio ventaglio delle tipicità: dal vino alle carni, dai salumi al miele e all'olio. Cuore di tutto sono naturalmente le belle distese coltivate dei vigneti che, incastonate tra pascoli e uliveti, hanno incassato il primo riconoscimento quando il Mandrolisai e il paesaggio policolturale di Atzara e Sorgono vengono iscritti nel registro nazionale dei paesaggi rurali e storici d'Italia, istituto nel 2012. Unico territorio sardo a fregiarsene. Obiettivo preservare quei 1324 ettari dove la viticoltura è pratica antica: piccoli appezzamenti condotti in asciutto, secondo la tecnica tradizionale ad alberello, con la vite tenuta bassa e l'uva prossima al terreno, adatta - come sottolineano nel loro studio i ricercatori della facoltà di Agraria dell'università di Sassari - per zone povere e siccitose. Il prodotto principe è il vino doc Mandrolisai.

L'iscrizione nel registro nazionale dei paesaggi rurali e storici d'Italia è un passo importante anche per l'Associazione delle città del vino, di cui Atzara e Sorgono fanno parte: il riconoscimento - fa notare - segna "un radicale cambiamento di visione che pone l'uomo al centro del contesto agricolo non più come soggetto che turba l'ecosistema esistente con una forma di agricoltura intensiva, ma come artefice principale nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione del paesaggio".

Vigneti nelle campagne di Sorgono (foto Comune di Sorgono)
Vigneti nelle campagne di Sorgono (foto Comune di Sorgono)
Vigneti nelle campagne di Sorgono (foto Comune di Sorgono)

Il cambio di prospettiva apre le porte a nuove forme di valorizzazione. Diventa il punto di partenza di un piano di sviluppo che guarda lontano. Atzara, Sorgono, Meana Sardo e Ortueri ci credono tanto e nel 2016 iniziano un percorso comune: primo atto i registri comunali dei vigneti storici che tali sono se hanno almeno trent'anni di vita. A seconda dell'età vengono classificati in quattro categorie. I più pregiati superano i 70 e i cento anni e stanno tra le vigne gold. Per entrare subito nella concretezza viene prodotto il vino "Lunga vita": fase sperimentale che il Covid ha inevitabilmente allungato. Nel 2018 la produzione di 600 bottiglie, poi la paralisi imposta dall'epidemia con l'unico effetto positivo dell'invecchiamento del vino che sarà senz'altro di super qualità al momento di degustarlo.

Longevitas parte comunque dal vino Lunga vita, un doc Mandrolisai messo a punto dalle aziende che hanno sede nel perimetro dei quattro Comuni e lavorano le uve raccolte in queste terre, indicate nei registri. L'etichetta territoriale dà concretezza immediata a un progetto che strada facendo coinvolgerà strutture ricettive e ristorazione. Obiettivo realizzare un ecomuseo per mettere in rete centri storici, paesaggi e attrattive di questa porzione del centro Sardegna ancora tutta da conoscere.

"Longevitas - spiega Corona - nasce dalla presa di coscienza di un territorio di fronte alle sue specificità. Siamo partiti dall'alta presenza di vigneti storici allevati ad alberello, coltivati senza uso di diserbanti, ma con le lavorazioni del terreno di tipo tradizionale. Ci siamo guardati attorno, abbiamo un territorio dove non sono mai sorte fabbriche, stabilimenti industriali o chimici e tutte le piccole produzioni sono ancora di tipo artigianale. Abbiamo guardato ancora più a fondo e ci siamo accorti di essere il vero polmone verde della Sardegna. Alla fine è nato Longevitas, un marchio collettivo di qualità per dare valore a tutti i servizi e ai prodotti del Mandrolisai". La nuova vita delle vigne storiche è promettente: sebbene ai primi passi, è già un percorso virtuoso e lungimirante.
© Riproduzione riservata