“Nonno famo un selfie dai” … “CHE DOVEMO DA FÀ?”. 

To’, chi si rivede. E che bello rivederla, sor Magara, appellativo che gli fu affibbiato per la battuta con cui rispose al giornalista che gli chiedeva se il suo Catanzaro sarebbe riuscito a fermare la Juve la domenica successiva. Voleva dire, in romanesco, «magari fosse». 

Carletto Mazzone ritorna sui social. Assieme al nipote, Alessio Lancianese, che gestisce la sua pagina ufficiale su Facebook da quasi 188 mila contatti e il suo profilo Instagram da 111 mila. Appare in gran forma: un anziano ma distinto signore, che – a giudicare da quanto riportato proprio dal nipote nel post, dove vengono fissati anche gli hastag #evvivainonni e #leggenda – non ha perso il gusto delle battute con la tipica inflessione capitolina.

Mazzone è l’ultimo allenatore che, nel primo anno di presidenza Cellino, ha portato il Cagliari in Coppa Uefa. E con cui, per la prima volta nella sua carriera, è retrocesso in Serie B dopo uno spareggio sanguinoso con il Piacenza, la cui sede, Napoli, fino a qualche tempo fa continuava ad andargli storta.

E’ il tecnico che a Roma ha lanciato Totti. E a Bologna, dove ha vinto l’Intertoto, ha rivitalizzato  Beppe Signori. Inoltre, a Brescia, ha formato alla professione Guardiola (a certificarlo è il diretto interessato) e ha agevolato la seconda giovinezza di Roberto Baggio. Fermiamoci qui, perché ha fatto tante altre cose. Tra cui allenare Claudio Ranieri a Catanzaro.

Oggi Carletto Mazzone ha 85 anni e vive ad Ascoli, città dove ha chiuso la carriera da giocatore, sfiorato l’Europa da allenatore ai tempi della presidenza Rozzi e dove gli è stata intitolata una tribuna dello stadio. Gli anni passano, ma l’ironia di personaggi iconici come Sor Magara manca – e non poco – al calcio italiano. Ma, non per caso, parliamo di una leggenda.

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