Lulù Oliveira con il Cagliari nel cuore: «L'undici giugno è nella storia rossoblù»
L’ex calciatore: «Quella sera sono impazzito anch’io, ho sperato e sofferto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Lulù Oliveira, ex giocatore del Cagliari, da alcuni anni vive e allena nel Veneto. Ma il Cagliari resta nel suo cuore. Ora che la preparazione dei rossoblù per la prossima Serie A sta per iniziare ricorda quell'undici giugno scorso, giorno del ritorno in A dei rossoblù.
«Quella sera sono impazzito anch’io. Bari-Cagliari dell’undici giugno è storia. Un grande Cagliari, giocava bene, anzi benissimo. Mister Ranieri aveva azzeccato tutto. Mancava solo il gol della promozione. Ho sperato e sofferto. A dieci minuti dalla fine ho avuto paura. Il gol non è arrivato, ma quando al 94’ ho visto lo scatto e il cross di Zappa, ho urlato, dai Pavo, questa palla è per te. Mi sono avvicinato al video, gol, gol. Non urlavo così dai miei tempi in maglia rossoblù. Poi il pianto di mister Ranieri mi ha commosso, come ho applaudito il mister quando ha invitato la curva del Cagliari a non infierire sui baresi. Una serata di calcio vero. Mi sono sentito sardo. Ho gioito, grazie Cagliari per l’emozione che mi ha dato quella sera».
Lulù Oliveira oggi allena una squadra del settore giovanile (fatto di 600 iscritti), in provincia di Venezia. In Veneto è arrivato tre anni fa dopo aver lasciato Muravera e il Muravera dove ha giocato e allenato. Ricorda il suo passato, racconta il primo incontro con Claudio Ranieri, anni Novanta. «Giocavo nella Fiorentina. Ranieri aveva carta e penna, mi diede subito i primi consigli sul come giocare. L’ho seguito con attenzione per tutta la stagione, mi ha insegnato tanto. Lo ricordo come un grandissimo tecnico, un gradissimo uomo. In carriera di capolavori ne ha fatti tanti. Ma quest’ultimo col Cagliari ha dello straordinario. Il suo segreto? Non lasciare indietro nessuno, guardare con attenzione tutta la sua rosa, senza fare differenza fra i grandi nomi e l’ultimo dei ragazzi. E ancora, entrare nella testa dei giocatori, farli sentire tutti importanti. Un maestro anche per me. Siamo stati assieme per un anno, si vedeva che avrebbe fatto strada, i suoi successi in Italia e all’estero restano scritti nell’albo del calcio italiano e non solo».
Oliveira dice di far parte di un gruppo di ex rossoblù, costantemente in contatto. «Pusceddu, Di Bitonto, Firicano, tantissimi altri, ci scambiamo idee, seguiamo il Cagliari da lontano. Un amore che non si spegne. Eppure dai miei tempi sono passati quasi trent’anni. Nella prossima stagione Ranieri sa quello che deve fare, sa chi bisogna acquistare, lui sa come farà giocare la squadra che ha recuperato la Serie A in una stagione ricca di colpi di scena, segnata dai gol di Lapadula, dalle corse sfrenate di Luvumbo, dai pazzi gol fatti al Parma quando la Serie A sembrava già dimenticata, di Makoumbu, giocatore fortissimo, una calamita per ogni pallone. Con Ranieri non potrà che crescere come Deiola, Dossena, Obert, Radunovic, Zappa, Azzi e Nandez se resterà».
Oliveira, Luis Airton Barroso, nato in Brasile nel 1969, è arrivato al Cagliari di Cellino nel 1992. Ha vestito la maglia rossoblù 145 volte segnando 45 reti. Col Cagliari ha giocato anche la Uefa. Nel 1996 il trasferimento alla Fiorentina di Ranieri. Tre anni dopo, il ritorno al Cagliari per una stagione per poi giocare in mezza Italia, vivendo poi a Muravera prima del trasferimento in Veneto.