La Procura di Torino ha aperto un fascicolo sul caso di Paul Pogba, il calciatore della Juventus che ha denunciato alle autorità francesi di essere vittima di un ricatto. Non si conoscono le ipotesi di reato né i termini precisi della questione al vaglio dei magistrati torinesi.

Quel che è certo è che della vicenda del ricatto al centrocampista si è tornato a parlare in questi giorni in seguito a un video in cui Mathias Pogba, il fratello, ha detto di essere a conoscenza di fatti “segreti” e “imbarazzanti” su Paul, sull’avvocatessa Rafaela Pimenta, sua procuratrice, e sulla stella del Psg Kylian Mbappè.

Dopo le “minacce” di Mathias, si è scoperto che da agosto in Francia si indaga per “tentativi di estorsione” da parte di una banda criminale nei confronti di Pogba. Il centrocampista bianconero sarebbe vittime di minacce e tentata estorsione da parte dello stesso fratello – con cui è in rapporti non buoni - e di alcuni amici d’infanzia, che lo avrebbero ricattato chiedendogli 13 milioni di euro. In un caso due uomini incappucciati armati di fucili d’assalto lo hanno persino minacciato.

E lo scorso marzo, quando Pogba è andato a visitare la sua famiglia a Lagny sul Marne, gli “amici” lo avrebbero trascinato in un appartamento rinfacciandogli di non averli aiutati abbastanza economicamente da quando è diventato un calciatore professionista.

Pogba ha riferito agli investigatori francesi di aver visto i suoi ricattatori, compreso il fratello, anche a Torino, al centro d’allenamento della Juventus. Ha anche detto di averli sempre aiutati economicamente, ma lo scorso gennaio i rapporti si sono rotti e si è visto costretto a cacciarli dalla sua casa di Manchester perché un amico gli aveva rubato 200mila euro dalla carta di credito.

E le presunte imminenti rivelazioni di Mathias non sono una sorpresa, affermano gli avvocati di Pogba, dato che i ricattatori minacciavano proprio di screditarlo.

(Unioneonline/L)

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