E' scontro aperto tra Premier League e Manchester City, deferito per aver infranto negli ultimi anni oltre cento norme del fair-play finanziario: dopo la notifica delle violazioni, la vertenza è ora passata al vaglio di una commissione indipendente, e qualora venissero giudicati colpevoli, gli attuali campioni d'Inghilterra rischiano fino all'esclusione dal campionato inglese.

Si aggrava, e di molto, la posizione del City: dopo la sconfitta subita domenica sul campo del Tottenham, un'occasione persa per ridurre lo svantaggio dalla capolista Arsenal che resta a cinque punti (con una gara in più da giocare), oggi sono arrivate le conclusioni di un'indagine condotta sui conti della società tra il 2009 e il 2018. Un decennio di spese folli, durante il quale il City, oggi allenato da Pep Guardiola, ha vinto sei volte il massimo campionato inglese.

Tra le molteplici accuse rivolte al club di Manchester, anche la mancata collaborazione all'inchiesta, avviata nel dicembre 2018, oltre alla reticenza nella diffusione, in maniera trasparente, dei costi relativi alle retribuzioni dei suoi tesserati, il non rispetto del fair play Uefa, e la violazione delle norme relativi al profitto e alla sostenibilità. In attesa del pronunciamento della commissione, presieduta dal pubblico ministero Murray Rosen, in caso di colpevolezza riconosciuta, le pene a cui va incontro il City - scrive la BBC - possono variare da una forte multa ad una penalizzazione di punti fino all'espulsione dal campionato. In un comunicato emesso dalla Premier League, si legge che il City ha violato le regole del campionato che richiedono la fornitura "in massima buona fede" di "informazioni finanziarie accurate, che diano una visione veritiera e corretta della posizione finanziaria del club". Informazioni che riguardano la contabilità del club, dai contratti di sponsorizzazione e ai costi gestionali. Il club ha sempre respinto le accuse e solo due giorni fa Guardiola, rispondendo ad una domanda sulle spese pazze del Chelsea, aveva difeso l'integrità della sua società, accusando i media di usare due pesi e due misure, a seconda del club sotto giudizio.

Oggi, la società ha emesso un comunicato esprimendo "sorpresa per la pubblicazione di queste presunte violazioni delle regole, in particolare in considerazione dell'ampio impegno e della grande quantità di materiali dettagliati forniti", in attesa che «la questione sia affrontata da una Commissione indipendente, per considerare in modo imparziale l'insieme completo di prove inconfutabili esistenti a sostegno della sua posizione». Non è la prima volta che il City finisce al centro di un'inchiesta per i suoi bilanci, "opachi" secondo i suoi accusatori: già nel 2020 la Uefa aveva stabilito che la società di proprietà dell'Abu Dhabi United Group si era resa colpevole di gravi violazioni del Fair Play Finanziario tra il 2012 e il 2016.

Ma in quel caso la pena, che prevedeva l'esclusione dalle coppe europee per due anni, era stata in seguito annullata dal Tas. All'epoca, l'indagine della Uefa era iniziata in seguito all'inchiesta condotta dal quotidiano tedesco Der Spiegel, venuto in possesso di documenti che mostravano come i contratti di sponsorizzazione della società inglese fossero stati gonfiati ad arte per bilanciare le uscite. Di certo c'è che negli ultimi due decenni, grazie principalmente al tesoro generato dalla cessione dei diritti tv, si è ingigantito lo strapotere economico dei club della Premier League. Protagonisti assoluti della compravendita di calciatori, a livello internazionale, grazie ad entrate che non hanno eguali nel resto del mondo. Questa inchiesta, però, dovrà stabilire se gli enormi investimenti nel mercato delle società inglesi sono sempre giustificati e bilanciati da ricavi altrettanto grandi. È la prima volta assoluta che la lega inglese indaga in maniera così approfondita i conti di un club per verificarne la sostenibilità economica: se sia l'inizio di una nuova fase di controllo, oppure un caso episodico, lo si capirà solo nei prossimi mesi. 

(Unioneonline/lopi)

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