Chi sale

L’uscita impacciata su Cheddira - nell’azione del gol che aveva deciso il match col Bari alla vigilia della sosta - lo aveva reso colpevole (quasi) quanto i difensori Goldaniga (il suo movimento sbagliato ha scatenato l’inferno nell’area rossoblù) e Zappa (bruciato dal bomber marocchino a due passi dalla linea di porta).

Sabato contro il Venezia, nonostante la sconfitta e le quattro reti (quante ne aveva subite nelle sei gare precedenti), Radunovic si è ripreso la scena e la credibilità. Tra i pochi a salvare la faccia, il portiere serbo è stato provvidenziale su Novakovich evitando che la partita prendesse una brutta piega già nel primo tempo. Ha provato a metterci una pezza anche sulla doppietta di Tcherychev. Senza il supporto dei compagni, però, è dura. Anzi, impossibile.

Chi scende

Rilanciato dalla squalifica di Di Pardo nella gara vinta col Modena, e da allora non è più uscito. Affidabile in copertura, propositivo e incisivo in fase di spinta. Persino autoritario nei momenti più concitati. Così Zappa sembrava essersi finalmente preso la fascia destra e contro il Benevento al “Vigorito” ha disputato una delle sue migliori partite da quando indossa la maglia del Cagliari. I primi segnali di cedimento già col Bari, il disarmo poi col Venezia. Fiacco, statico, spesso in ritardo e in sofferenza a ogni affondo avversario. E, soprattutto, il patatrac che in trenta-secondi-trenta ha dato il là alla rimonta lagunare in avvio di ripresa: prima, infatti, ha causato il corner del pareggio, poi ha lasciato che Pohjanpalo schiacciasse indisturbato la palla in rete.

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