Multa di 300 euro e obbligo di rimborsare l'arbitro per i danni causati. È quanto ha stabilito il Giudice Sportivo del Cr Sardegna nei confronti della società Santa Teresa Gallura, a seguito dei fatti avvenuti lo scorso 19 ottobre nella partita del Girone H di Seconda Categoria persa per 1-2 contro lo Sporting Paduledda.

Al termine della gara, uno dei tre anticipi della terza giornata, l'arbitro ha trovato sfondata la porta del proprio spogliatoio, che era stata chiusa a chiave. Una volta entrato «rinveniva i propri effetti personali calpestati, sporchi di fango e presumibilmente presi a calci», si segnala nel comunicato. «In particolare riscontrava che due giubbotti erano stati irreparabilmente danneggiati. L'arbitro si accorgeva inoltre della sparizione di un borsello contenente il suo portafogli e le chiavi di casa e decideva pertanto di recarsi nello spogliatoio della squadra di casa per chiederne la restituzione: lì veniva chiusa la porta, che lo urtava marginalmente, e dall'interno i tesserati del Santa Teresa Gallura gli urlavano frasi minacciose e offensive». A questo punto è tornato nel proprio spogliatoio, dove ha segnalato di aver sentito nuove urla e minacce nei suoi confronti.

Il borsello è stato poi lasciato fuori dallo spogliatoio dell'arbitro, col direttore di gara che è quindi potuto tornare in possesso di quanto gli era stato sottratto. Ma, successivamente, si rendeva conto che erano spariti anche un calzettone e dei pantaloncini da gara. «Poco dopo una persona presentatasi come il presidente del Santa Teresa Gallura chiedeva all'arbitro di quantificare i danni perché potesse risarcirlo nell'immediato, proposta che l'arbitro rifiutava fermamente, avendo comunque avuto modo di mostrare parte del danno subito al dirigente responsabile e all'allenatore della squadra di casa». Per questi motivi, la società ora dovrà risarcire l’arbitro.

Durante la partita, in aggiunta, in due occasioni erano stati lanciati e fatti esplodere nel recinto di gioco dei petardi da parte dei tifosi del Santa Teresa Gallura.

(Unioneonline/r.sp.)

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