Si è tenuta ieri a Roma la prima udienza del processo a Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, le due ex agenti di Pamela Prati accusate di sostituzione di persona per aver creato Mark Caltagirone, personaggio inesistente di cui si è parlato in lungo e in largo tra il 2018 e il 2019.

Tutto ha inizio nel 2018, quando le due agenti presentano alla soubrette sarda il personaggio “farsa”. La Prati partecipa a show televisivi e si lascia intervistare dai rotocalchi, a dicembre annuncia di essere pronta a sposarlo.

Ma allo stesso tempo spuntano i primi dubbi sull’esistenza dell’imprenditore, che avrebbe anche un figlio in affido di nome Sebastian. Perplessità che aumentano col passare del tempo fino a quando, nel maggio 2019, Pamela Prati in lacrime a Verissimo ammette che Caltagirone non esiste. E sostiene di essere stata raggirata dalle due agenti, che avrebbero inventato l’esistenza dell’uomo per scatenare clamore mediatico e guadagnare dalle ospitate in tv e dalle interviste della loro assistita.

Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo secondo l’accusa avrebbero spacciato per Mark Caltagirone un’altra persona, Marco Di Carlo. Utilizzando le immagini prese dai profili social dell’uomo. Non finisce qui: le due agenti della Aicos Management avrebbero usato anche le immagini di Simone, minorenne all’epoca, per interpretare il personaggio di Sebastian, figlio di Caltagirone.

Di Carlo ha presentato denuncia: «Ho conosciuto tempo fa Pamela Prati ma non l’ho mai frequentata», ha detto. Successivamente ha denunciato anche la mamma di Simone, che ha conosciuto le due agenti nel 2012, erano clienti del parrucchiere per cui lavorava. Di qui è nato il processo.

Il figlio della donna è stato convinto a recitare la parte del figlio di Caltagirone per una fiction che non è mai esistita: «Quello che credevamo fosse un copione in realtà era il materiale utilizzato per creare il finto bambino in affido nel caso della signora Pamela Prati e del suo fidanzato Mark Caltagirone», ha detto la madre del minorenne, che ha visto direttamente in tv la foto del figlio spacciato per un’altra persona.

Il pm ieri nella prima udienza ha circostanziato l’accusa, dicendo che «tutto è avvenuto per dare un volto al presunto promesso marito della signora Prati e confermare una storia poco credibile».

Tocca al giudice decidere se le due agenti sono da condannare, la Perricciolo ha chiesto l’affido ai servizi sociali.

(Unioneonline/L)

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