Emozionante, ironico, divertente e poetico. Sono solo quattro degli innumerevoli aggettivi che si potrebbero attribuire ad una piece capolavoro portata in scena da Geppi Cucciari nel suo monologo "Perfetta", in tour nell'Isola per la grande prosa del Cedac e per il Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo in Sardegna fondato e presieduto da Antonio Cabiddu.

Partita da Tempio Pausania, con un tutto esaurito immediato, l'attrice è approdata al Teatro Massimo per proporre al pubblico isolano, che la ama e la segue da oltre 15 anni in una carriera straordinaria che ha portato l'interprete di Macomer a diventare un vero e proprio faro nel panorama artistico italiano.

Il suo inconfondibile stile e la sua personalità padrona della scena, in qualunque contesto, le consente di affrontare con magistrale bravura radio, tv, cinema e teatro.

Ovunque c'è Geppi è un successo garantito e questo avviene in tutto lo stivale, isole comprese.

Una verve empatica che ammalia il pubblico: tre giorni a Cagliari e tre sold out nell'ambito della rassegna "Pezzi unici" voluta dalla direttrice artistica Valeria Cabattoni.

Ancora stasera, domenica 8 maggio, alle 19, Geppi Cucciari sarà sul palco del Teatro Massimo, mai così vivo in questa prima parte di stagione.

Il testo è di un uomo scritto per una donna: la penna che firma questo gioiello, che dovrebbe essere studiato nelle scuole per far capire agli adolescenti in un'ora e mezzo quello che in tanti non capiscono lungo tutto l'arco di una vita, è quella di Mattia Torre, autore, sceneggiatore e regista che troppo presto ha lasciato la vita dopo una lunga malattia.

Tra i suoi tanti successi anche il premio Solinas nel 2002 per la sceneggiatura del lungometraggio "Piovono mucche" scritta insieme a Luca Vendruscolo.

Collaborazioni molto note al grande pubblico quelle con Serena Dandini, per il programma "Parla con me" e con Corrado Guzzanti per la serie tv "Dov'è Mario?" oltre alla pluripremiata "Boris" andata in onda dal 2007 al 2010.

"Perfetta" spiega in forma soave, irriverente e ironica il ciclo femminile, quattro martedì della vita di una donna con tre uomini in casa, madre di due figli e venditrice di auto: fase mestruale, fase follicolare, ovulazione e fase premestruale.

Geppi Cucciari è sola su un palco disadorno, in scena unicamente un telo bianco dove scorrono i colori in base alle sue emozioni, ai quattro stati d'animo abbinati ai periodi del ciclo, con giochi di luce e di ombre davvero suggestivi.

Le musiche sono di Paolo Fresu mentre l'abito che veste mirabilmente la protagonista porta la firma del genio di Antonio Marras.

Mentre le giornate si ripetono secondo la solita routine, tra un marito apatico e una colf scansafatiche, le auto da vendere per vincere la competizione con un collega di Frosinone, un fioraio troppo lento e i sensori dei rubinetti dei ristoranti che non vogliono saperne di azionarsi, è la percezione del mondo della protagonista a cambiare, il suo umore, i suoi stati d'animo, tutti scanditi dalle quattro fasi, perché "l'uomo è lineare, la donna è ciclica".

Le gag esilaranti sono in perfetta parità di genere, ce n'è per tutti, per la sua governante e per il maggiordomo del suo capo, le battute pungenti dedicate al marito "pianta", ai figli e al collega competitor con le scarpe a punta, che esce sconfitto dalla sfida a distanza, fanno da contraltare all'autoironia della protagonista che esalta gli aspetti comici, nevrotici e paradossali delle quattro stagioni delle donne lavoratrici, mamme, mogli e factotum della gestione familiare.

La platea è mista ma le risate più fragorose sono quelle femminili che esplodono sia quando viene preso di mira il marito che quando i luoghi comuni più comici della volubilità della padrona di casa sono spinti all'estremo.

La scrittura di Mattia Torre è talmente intelligente e profonda che non c'è una frase fuori posto, si ride, si riflette e le emozioni vibrano per tutta la durata dello spettacolo che vola via come un soffio delicato.

Il finale regala una luna a tutto schermo: è la foto delle donne perfette, con le fasi, ma sempre uniche e irripetibili.

Il pubblico, divertito e commosso, tributa lunghi e calorosi applausi ed una appassionata standing ovation: vorrebbe abbracciare la sua beniamina.

Lei si eclissa e il sipario si chiude.

L.P.

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