"Un cuore, una voce, dieci dita". Solo lui sul palco, accompagnato dai suoi tre pianoforti – acustico, elettrico e digitale – simbolo di passato, presente e futuro. Li cambia in senso orario, per non contrastare il tempo, ma per assecondarlo, nella speranza di andare incontro a quelli che saranno "gli anni più belli". Così prende vita il primo concerto al Teatro Lirico di Cagliari nell’ambito di "PIANO DI VOLO SOLOtris", l’ultima serie di recital solistici di Claudio Baglioni.

Dopo l’appuntamento inaugurale di stasera, il cantautore tornerà sul palco del Lirico il 23 e 24 febbraio, per poi spostarsi a Sassari il 27, 28 febbraio e 1° marzo.

Dopo "SOLO" e "SOLObis", "PIANO DI VOLO SOLOtris" rappresenta il gran finale del percorso concertistico assolo con il terzo, nuovo e perfezionato capitolo dell'esperienza musicale dal vivo nei teatri classici.

"SOLOtris", con 120 concerti che attraversano dal Nord al Sud il Belpaese fino alla fine dell’anno, toccando gli scenari più prestigiosi e suggestivi di 48 città italiane, chiude la trilogia di SOLO. Con un totale di 300 esibizioni, il progetto live diventerà la tournée più lunga della carriera di Claudio Baglioni, completando i precedenti e storici giri di recital solisti: Assolo (1986), Incanto (2001), Diecidita (2011-2012-2013).

La scaletta della serata ha ripercorso oltre cinquant’anni di musica, alternando successi intramontabili come "E tu come stai?", "Strada facendo", "Avrai" e "Mille giorni di te e di me" a brani meno noti come "Signora delle ore scure" e "Con tutto l’amore che posso". Ogni canzone è stata introdotta da un aneddoto, un racconto che ne ha svelato la genesi, intrecciandosi con la vita artistica e personale dell’artista. Senza una band, le melodie sono tornate alla loro essenza originaria, svelando sfumature nuove e intime.

Il concept del tour si sviluppa attorno alla metafora del "piano di volo", con Baglioni nel ruolo di pilota che guida il pubblico attraverso un itinerario fatto di musica e parole. Ogni brano diventa una tappa, un punto di riferimento in una rotta che attraversa emozioni e ricordi. Tra un brano e l’altro, il cantautore ha intrecciato racconti e aneddoti sulla sua vita artistica e personale, costruendo un filo narrativo che ha reso il concerto un’esperienza totale. La formula del "concerto ravvicinato del terzo tipo" si conferma vincente: un recital che fonde narrazione e musica, rigore e improvvisazione, esaltando la capacità di Baglioni di intrattenere e coinvolgere il pubblico con il solo ausilio della sua voce e delle sue mani sui tasti. Niente effetti speciali, solo la potenza della sua arte.

L’allestimento scenico, essenziale ma studiato nei dettagli, ha contribuito a creare un’atmosfera sospesa, con giochi di luce calibrati per sottolineare il significato di ogni esecuzione. Un concerto singolare, non solo per la presenza di un solo artista sul palco, ma anche per l’unicità della sua modalità espressiva. Baglioni stringe un rapporto amicale con il pubblico, abbracciandolo con la sua musica e i suoi racconti, creando una dimensione intima che trasforma lo spettacolo in un incontro più che in una semplice esibizione.

Non un semplice concerto, ma un viaggio attraverso il tempo e le emozioni, in cui ogni spettatore ha riconosciuto un frammento della propria storia. Le canzoni di Claudio Baglioni sono coordinate precise nella mappa della memoria collettiva: colonne sonore di amori, attese, partenze e ritorni.

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