Come ormai di consueto, la notte degli Oscar non perde occasione per regalarci delle inaspettate sorprese. Con un’annata piena zeppa di titoli meritevoli d’attenzione - dallo sconcertante “The Substance” al monumentale “The Brutalist”, senza dimenticare il coraggioso “Emilia Pérez” di Jacques Audiard, messo sotto scacco dalla gogna mediatica dopo le accuse a Karla Sofia Gascón - è stato “Anora” di Sean Baker a ricevere il maggior numero di riconoscimenti, ergendosi come vincitore indiscusso di questa 97a edizione. Portando a casa i premi per il miglior film, la miglior regia, il miglior montaggio e la miglior sceneggiatura non originale, il regista Sean Baker ha stabilito il record del maggior numero di statuette conferite a un director nella stessa notte e per lo stesso film. Un risultato molto simile è stato ottenuto in passato da Walt Disney, sebbene quest’ultimo sia stato premiato con quattro Oscar durante la stessa cerimonia ma per film diversi. Dopo essersi fatto notare in passato con titoli sofisticati come “Starlet”, “The Florida Project” e “Tangerine”, Baker ha inizialmente conquistato il plauso della critica internazionale con la vittoria della Palma D’Oro all’ultima edizione di Cannes; ed ora il prestigio riscosso alla kermesse losangeliana lo colloca in prima linea tra i cineasti più interessanti del prossimo futuro. Prima delle suddette premiazioni, il regista ha saputo ritagliarsi negli anni uno zoccolo duro di appassionati: merito del suo stile autoriale dal tocco realistico e avvalorato dall’utilizzo di mezzi non convenzionali; come accaduto per “Tangerine”, le cui riprese son state girate interamente con la camera di un iPhone. Nel discorso al pubblico succeduto alle premiazioni, Baker non ha potuto esimersi dal lanciare un appello alle nuove generazioni: “In un mondo in cui ci sono divisioni, il ruolo del cinema è ancora più importante. Le sale indipendenti fanno fatica a resistere, durante la pandemia abbiamo perso migliaia di sale cinematografiche. Ai registi dico di fare film da proiettare al cinema, ai distributori di lavorare sulle uscite nei cinema e ai genitori di portare i figli in sala, loro saranno la prossima generazione di cinefili”. Un pensiero speciale è stato rivolto inoltre alle comunità dei sex worker, che assumono un ruolo centrale all’interno della pellicola: “Voglio ringraziare la comunità dei lavoratori del sesso. Il mio più profondo rispetto. Condivido questo premio con voi”. Non ultimo, un omaggio sentito al cinema indipendente, coi dovuti ringraziamenti a chi ha sempre voluto sostenerlo e incoraggiarlo: “Siamo tutti qui stasera e guardiamo questa trasmissione perché amiamo i film. Dove ci siamo innamorati dei film? Al cinema”. Sulle linee di una favola nera che osserva senza filtri la contemporaneità, “Anora” racconta l’esperienza di una giovane spogliarellista dopo aver incontrato il figlio di un potente oligarca russo. Dal sogno di una vita diversa, senza più precarietà e sacrifici, le circostanze porteranno i due a vivere una passione travolgente; ma le differenze sociali li costringeranno a fare i conti con problematiche inizialmente non preventivate. Interessate notare che la pellicola non sarebbe mai nata senza il contributo di Quentin Tarantino, rivelatosi decisivo nel dar la giusta ispirazione a Baker per portare avanti il progetto e determinante nella scelta di Mikey Madison come attrice principale. Per la sua interpretazione, l‘attrice s’è aggiudicata il premio come miglior attrice protagonista, portando a cinque il numero di statuette assegnate al film. Incredula e al settimo cielo, ha dichiarato durante il suo discorso: “Sono nervosa, è surreale. Grazie all'Academy. Grazie alla comunità dei sex workers, continuerò ad essere vostra alleata. È stato un momento enorme. Voglio rendere omaggio anche alle altre candidate. È un sogno che si realizza. Forse mi sveglierò domani”. Fra le sue aspirazioni, c’è la speranza di poter collaborare in futuro con un regista italiano. Come affermato lo scorso gennaio durante la cerimonia dei National Board of Review al Cipriani di New York, la star ha svelato in un’intervista di esser molto appassionata del nostro cinema, e di coltivare come un sogno nel cassetto la speranza di poterne far parte prima o poi: “Amo Alice Rohrwacher, cito spesso il suo nome. Amo Luca Guadagnino, sverrei all'istante!”
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