Violentata da più uomini quando aveva 15 anni e già famosa. 

Alanis Morissette lo rivela nel corso di un’intervista nel documentario HBO “Jagged”. Nel racconto non approfondisce i dettagli di quanto accaduto, non se la sente ancora e forse non se la sentirà mai. 

“Mi ci sono voluti anni di terapia anche solo per ammettere che c’era stato qualche tipo di vittimizzazione da parte mia – ha detto la cantante canadese e naturalizzata statunitense – . Dicevo sempre che ero consenziente, ma poi mi veniva ricordato ‘ehi, avevi 15 anni, non sei consenziente a 15 anni’. E ora penso, ‘ok, sono tutti pedofili, è uno stupro di minore’”.

All’epoca ne aveva parlato “con alcune persone”, ha spiegato, “ma le mie parole sono cadute nel vuoto”. Ecco perché, come accade a tante vittime di violenze sessuali, solo dopo anni è riuscita a parlare della cosa più liberamente. Una scelta che difende, come difende tutte le persone che ne parlano solo quando lo decidono loro: “Molti dicono ‘perché quelle donne hanno aspettato 30 anni’. Io rispondo: ‘Vaff… Non hanno aspettato 30 anni. Nessuno le ascoltava, oppure erano minacciate o lo era la loro famiglia’. Le donne non aspettano, è la nostra cultura che non ascolta”.

(Unioneonline/D)

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