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28 novembre 2024 alle 10:00
“A Complete Unknown”: entusiasmo per l’interpretazione di Timothée Chalamet
Le prime reazioni al biopic sulla vita di Bob Dylan, atteso nelle sale il 25 gennaioBob Dylan (Ansa)
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Un’altra prova di grande sensibilità quella compiuta da Timothée Chalamet in “A Complete Unknown”, il biopic sulla vita del cantautore americano Bob Dylan atteso nelle sale il 25 gennaio. Dopo aver ereditato da Steven Spielberg la saga di “Indiana Jones”, il regista James Mangold ripercorre la fase di ascesa della star musicale nel panorama folk newyorkese degli anni 60; quando ancora diciannovenne lasciò il Minnesota per scalare le classifiche con alcuni dei suoi capolavori, fino al leggendario concerto del 65 al Newport Folk Festival. Stando ai commenti circolati in rete dopo le anteprime stampa, il giovane divo ha dato sfogo ad una delle sue interpretazioni più complesse e mature; convincendo per il lavoro espressivo e di somiglianza col personaggio ma anche e in particolare per le qualità vocali, reinterpretando i brani storici di Dylan con rispetto e personalità. Dal commento rilasciato da Clayton Davis per la rivista Variety, scopriamo che: “Timothée Chalamet interpreta Bob Dylan con una determinazione disinvolta, ma concentrata. Impavido in alcuni momenti ipnotici. Per me, sono Monica Barbaro ed Elle Fanning ad ancorare la storia di un uomo illusorio e misterioso che rimane in quella sfera. James Mangold dirige il film con sicurezza, con scenografie e costumi splendidi. Grande rispetto per uno dei migliori in grado di farlo”. Ancor più entusiasta il parere di Scott Menzel, secondo cui Chalamet “offre la performance dell'anno”. E continua dicendo: “Un vero tour de force in cui Chalamet non si vede mai. La sua performance non riguarda solo la voce e l'aspetto, ma piuttosto tutte le piccole sfumature e i manierismi che porta perfettamente nella sua vita e nel suo ritratto di Bob Dylan. Ottime anche le performance di Monica Barbaro nei panni di Joan Baez e Edward Norton nei panni di Pete Seeger”. Non meno convincente il feedback di Gregory Ellwood per conto di The Playlist, parlando di un film “superbo” e “incredibilmente commovente”. Aggiunge a questo proposito: “Chalamet è fantastico. Monica Barbaro è incredibile. Abbiamo bisogno di uno spinoff su Joan Baez”. Dal punto di vista degli attori, Elle Fanning ha discusso in un’intervista a Rolling Stone della collaborazione a stretta vicinanza con Chalamet. Citando il lavoro introspettivo del collega, compreso il fatto di farsi chiamare sul set col nome di Bob Dylan, la star ha voluto raccontare un simpatico aneddoto: quando si aspettava d’incontrare il vero Bob Dylan, scoprendo poco dopo che la produzione stava riferendosi proprio a Chalamet. Spiega più nel dettaglio: “Stavo pensando a tutte le cose da dire e da chiedere. Stavo scegliendo il mio vestito: oggi incontrerò Bob Dylan! Probabilmente sono la prima persona nella vita ad esser rimasta delusa dall’aver incontrato Timothée Chalamet, giusto? Tipo, la prima ragazza nella storia”. Sulle abilità canore del compagno di scena, l’attrice ha ammesso d’essersi emozionata come mai avrebbe creduto: “Eravamo in un auditorium e io ero seduta in mezzo a tutti questi artisti di sottofondo. Jim (James Mangold) lasciava che Timmy uscisse e regalasse alla folla un intero concerto. Cantava Masters of War e A Hard Rain's A-Gonna Fall, e io pensavo: Gesù. Tutti noi stavamo tremando, perché era così surreale sentire qualcuno fare una cosa del genere. È stato fatto in modo perfetto, ma non era una caricatura o un'imitazione. Era sempre Timmy, ma era Bob, una sorta di fusione meravigliosa. Mi ha fatto davvero venire i brividi”. A raccontare l’esperienza al fianco di Chalamet è stata anche Monica Barbaro, attrice scelta per interpretare la cantautrice Joan Baez. Parlando del primo incontro durante le riprese, ha detto: “La trasformazione era quasi completa. Non era un livello del tipo non guardarmi negli occhi, o cose del genere. Ci siamo salutati, ci siamo abbracciati. Io ho detto: ho appena visto Dune! Ma Chalamet è rimasto nel suo mondo sul set, in un modo in cui credo facesse spesso anche Bob. Ed era davvero favorevole alla dinamica tra Bob e Joan”.
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