Per la prevenzione dell'infezione da virus Sars-CoV-2 le misure restrittive via via più stringenti hanno aumentato la quantità di tempo che trascorriamo a casa e agito da volano per i fattori di rischio comportamentali legati all'uso di fumo e di alcol, in forte incremento in tutto il mondo.

Dal consumo di un bicchiere di vino a tavola, contestualmente ai pasti, che è per molti parte integrante dell'alimentazione e di una vita sociale oggi impedita, si è infatti passati nei giorni del lockdown a quello di quantità maggiori e sempre crescenti di consumo di alcol.

A testimoniarlo, come evidenziato dall'Istituto superiore di sanità (Iss), è l'incremento delle vendite di alcolici e superalcolici, cresciuto del 180%, anche con consegne a domicilio.

Secondo l'Iss questa nuova situazione, così diversa dai contesti di vita convenzionali che la maggior parte delle persone hanno condotto sino ai primi di marzo, rende dunque necessario, e urgente, porre maggiore attenzione agli effetti negativi e pregiudizievoli per la salute (come il maggior rischio di infezioni e il calo delle difese immunitarie), che le bevande alcoliche determinano.

È inoltre fondamentale, ribadiscono poi gli esperti dell'Iss, "smentire con l'evidenza scientifica le fake news che circolano riguardo inesistenti proprietà benefiche dell'alcol nei confronti del virus Sars-CoV-2", anche "evidenziando gli effetti negativi che anche quantità moderate di sostanze alcoliche possono avere sull'organismo e sulla sicurezza personale e collettiva".

(Unioneonline/v.l.)
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