Un’infiammazione dolorosa, pericolosa eppure spesso sottovalutata. La gengivite è una delle patologie del cavo orale più frequenti: se trascurata, rischia di degenerare in parodontite (conosciuta anche come piorrea). I sintomi della gengivite sono evidenti, ma vengono spesso trascurati.

La sintomatologia

La gengivite si manifesta attraverso irritazione, arrossamento, gonfiore e dolore alle gengive, che si presentano in modo particolare quando si consumano alimenti caldi o freddi. A livello visivo, il soggetto affetto da gengivite potrebbe notare un leggero sollevamento delle gengive, oltre al sanguinamento spontaneo o in occasione dell’utilizzo di spazzolino e filo interdentale. Inoltre, è possibile sviluppare una fastidiosa forma di alitosi. Quando i sintomi, trascurati, si aggravano, i residui di cibo accumulati in bocca facilitano la produzione di placca e la creazione di infezioni e batteri. Questo può mettere in pericolo non soltanto la salute delle gengive, ma anche la tenuta stessa dei denti, indeboliti fino a un rischio di caduta.

L’accumulo di batteri nel cavo orale, dovuto generalmente a uno scarso livello di igiene, è l’origine della gengivite. I batteri finiscono per creare una sorta di pellicola fine sui denti, che agevola la formazione di placca e tartaro, due elementi che, a lungo andare, finiscono per dare il via all’infiammazione delle gengive e al sollevamento dei tessuti gengivali, esponendo così facilmente la base dei denti all’attacco dei batteri.

La prevenzione

La forma più immediata di prevenzione è dunque la maggiore cura dell’igiene orale: lavare i denti almeno tre volte al giorno e passare regolarmente il filo interdentale è fondamentale per evitare il rischio di insorgenza di gengivite. Ci sono poi altre condizioni che possono accrescere il rischio di sviluppo di questa patologia: il fumo, l’età, l’eccesso di medicinali, il diabete, altre infezioni del cavo orale, patologie immunitarie, presenza di protesi dentarie e squilibri ormonali. I sintomi principali della gengivite comprendono sensibilità al caldo e al freddo, arrossamento e dolore alle gengive, gonfiore, sanguinamento, distacco dal solco gengivale e alitosi: quando si riscontrano questi sintomi o anche soltanto uno di questi, è opportuno sottoporsi in tempi rapidi a una visita dentistica. Allo specialista è sufficiente l’osservazione del cavo orale per capire l’avanzamento della gengivite e il pericolo di sviluppo del problema in parodontite.

I consigli

Seguire la terapia prescritta da parte dello specialista è fondamentale per evitare che la gengivite possa degenerare, oltre ovviamente a ridurne l’impatto sulla vita quotidiana, andando a neutralizzare il possibile fastidio quando si ingeriscono cibi molto caldi e molto freddi e limitando i disagi tipici generati dall’alitosi. La pulizia dei denti deve essere regolare durante il giorno ma senza eccedere nello sfregamento con lo spazzolino; spesso viene suggerito l’utilizzo di collutori antibatterici. Sottoporsi frequentemente alla pulizia dei denti dallo specialista è consigliato a prescindere dal rischio o meno di gengivite. Un passaggio fondamentale per l’igiene “fai da te” è invece il cambio frequente dello spazzolino, che sia elettrico o manuale: quando le setole iniziano a essere rovinate è il caso di procedere con il cambio. A livello generale, il consiglio è di sostituirlo al più tardi dopo tre mesi dal primo utilizzo.

Le conseguenze

Bisogna ricordare che alcuni farmaci possono contribuire allo sviluppo della gengivite: è il caso di alcuni contraccettivi e di alcuni antipertensivi. Come evidenziano alcuni studi recenti e una nuova classificazione delle malattie parodontali, anche alcuni medicinali di uso comune possono avere, come effetto indesiderato, un aumento del volume e del sanguinamento gengivale. In casi del genere, bisogna immediatamente rivolgersi non solo allo specialista, ma anche al proprio medico di base, che può decidere di sospendere la cura o di cambiarla, scegliendo un farmaco diverso.

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Gengivite, gli alimenti suggeriti per la prevenzione


Per evitare l’insorgere della gengivite, la ricetta ideale passa da una giusta alimentazione. La conferma arriva da uno studio realizzato dal Centro di Medicina dentale dell’Università di Friburgo, in Germania, che ha preso in esame un vasto campione di pazienti affetti da gengivite. I risultati sono stati per molti versi sorprendenti.

Gli esiti e i numeri in Italia

A questi pazienti è stato chiesto di seguire una dieta povera di zuccheri e di proteine animali, ma ricca di Omega 3, vitamine e fibre. Dopo sole quattro settimane di questo nuovo regime alimentare, l’infiammazione gengivale, senza l’utilizzo di medicinali particolari, si è ridotta del 40%. Bisogna ricordare che in Italia, secondo l’ultimo report disponibile, curato da Gsk e dall’Associazione Igienisti Dentali Italiani, a soffrire di gengivite sarebbero ben 23 milioni di persone. Dallo stesso report emerge anche che nel nostro Paese il 10-14% della popolazione soffrirebbe di parodontite, l’evoluzione tipica della gengivite, che può portare alla perdita di denti precedentemente sani.

I cibi consigliati

I cibi utilizzati nella dieta suggerita dalla ricerca dell’Università di Friburgo sono dunque tutti quelli che contengono gli Omega 3, dei preziosi acidi grassi: pesci azzurri (sgombro, salmone e sardine), noci, semi di lino e di chia. Gli Omega 3 riescono a mettere in atto un’azione antiflogistica, che contrasta la produzione delle citochine, vale a dire delle sostanze che favoriscono lo sviluppo dell’infiammazione gengivale e che si attivano con l’assunzione di zuccheri semplici e grassi animali saturi. Molto utili sono anche pomodori, peperoni e rucola, oltre a fragole e ciliegie, quando disponibili: contengono infatti vitamina C, che rinforza il tessuto connettivo e svolge una preziosa attività antinfiammatoria, stimolando la risposta del sistema immunitario e rendendosi indispensabile per la formazione del collagene.

Cosa evitare

Anche la vitamina D si rivela particolarmente utile a ridurre l’infiammazione, evitare il rischio di bocca secca e favorire la produzione di saliva, che è ricca di enzimi protettivi della salute delle gengive. Sono consigliati tutti gli alimenti ricchi di fibre: verdura e frutta di stagione, legumi e cereali integrali hanno un’azione benefica perché vanno a “nutrire” i batteri buoni che compongono la flora, eliminando le sostanze tossiche dall’organismo e rafforzando il sistema immunitario. Da evitare, invece, le carni rosse, le carni conservate e gli zuccheri semplici. Cibi troppo caldi, liquidi freddi e alimenti acidi rischiano di aumentare i problemi di sensibilità. 

I rischi

In caso di gengivite in corso, aumentare la propria igiene orale fino a renderla eccessiva non fa altro che accentuare il problema. Si consiglia di spazzolare i denti in orizzontale, cercando così di evitare l’impatto violento con le gengive che potrebbe provocare un ulteriore problema alla zona già malata.

Attenzione anche all’utilizzo del collutorio senza aver lavato accuratamente i denti prima: un atteggiamento di questo tipo potrebbe infatti far comparire macchie sui denti.

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Tante le minacce per il cavo orale

Le malattie legate al cavo orale possono essere molto diverse e determinate da cause distinte: la carie (infezione batterica nei denti) che può generare un mal di denti di diversa entità e la formazione di placca e tartaro, dalle parodontiti alle lesioni delle mucose traumatiche e/o infiammatorie (ferite e irritazioni dovute a protesi, formazione di afte e ulcere sui tessuti della bocca causate da Herpes), dai problemi alle articolazioni della mandibola o altre disfunzioni e malformazioni cranio-facciali (come anche il labbro leporino e il palato fessurato) fino al cancro della bocca o della gola (faringe).

Alla base della salute orale ci deve essere una buona prevenzione, legata ad una serie di pratiche quotidiane e ricorrenti. Tra le cause principali dei problemi della bocca, infatti, la scarsa igiene orale, una alimentazione scorretta e l’abuso di alcool o fumo sono decisamente in prima fila. Tutti fattori modificabili e che favoriscono lo sviluppo di carie, tartaro e la formazione di lesioni del cavo orale.

Il piano dell'Oms

Nella sua “Strategia Globale” relativa alle malattie non trasmissibili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) assegna un ruolo particolarmente importante alla prevenzione delle malattie dentali per ridurre in  maniera significativa il rischio che queste malattie si verifichino.

I fattori di rischio delle malattie del cavo orale, infatti, si sovrappongono il più delle volte a quelli tipici delle malattie cardiovascolari, al diabete, al cancro e alle malattie polmonari croniche. Secondo l’opinione dell'Oms, il rapido cambiamento di alcuni stili di vita ha portato in molti Paesi la diffusione di diete eccessivamente ricche di zuccheri, ma anche ad alti consumi di alcol e tabacco. Fattori che sono all’origine di molte condizioni di salute croniche, legate all’intero organismo e non solamente alla condizione del cavo orale.

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