Complimenti a Marco Marsilio (avversario vincente), grazie a Luciano D’Amico (alleato sconfitto). Rivendicazione del risultato in Sardegna, dove «il campo progressista ha dimostrato di saper essere alternativa, ha confermato che c'è voglia di cambiamento e che la destra non è imbattibile». E un avviso «ai naviganti: la nostra comunità continuerà a costruire ponti dove altri vorrebbero imporre muri».  

Alessandra Todde parte dall'analisi della sconfitta del Campo largo in Abruzzo – dove ha fatto campagna elettorale in prima persona, accanto a Giuseppe Conte – per, in ultimo, tornare nell’Isola, dove attende di essere proclamata presidente della Regione. 

L’effetto Sardegna sull’Adriatico non c’è stato. E il M5s non ha brillato: «Ripartiamo da questo risultato  che ci obbliga a lavorare con ancora più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori, come detto da Conte. A chi per l'ennesima volta augura la morte politica al M5S, parlando di sconfitta o di debacle», prosegue Todde, «rispondiamo che in Sardegna abbiamo dimostrato quanto il duro lavoro paghi e quanto un progetto credibile e serio riesca a convincere i cittadini». 

Per battere la destra di Giorgia Meloni, secondo Todde, «il nostro lavoro deve ripartire da quel 50% di italiani delusi, rassegnati, che non votano e non credono più nella politica».

Poi la Sardegna: «In attesa dell’insediamento ufficiale», assicura la presidente M5s, «siamo già al lavoro con la coalizione per cancellare il disastro fatto dal centrodestra negli ultimi 5 anni e offrire ai sardi un governo all'altezza che si occupi immediatamente di sanità, lavoro, trasporti, infrastrutture, giovani, scuola e diritti». 

Per lei c’è il sostegno assicurato dal Pd, che ieri era riunito a Oristano per l’analisi del voto sardo di due settimane fa e organizzarsi in vista di 5 anni di governo: «Il partito democratico è stata la forza più rappresentativa e Alessandra Todde una scelta giusta», è la tesi dei Dem sardi. 

«Il verdetto delle urne», ha sottolineato il segretario del partito Piero Comandini, «ci impone inevitabilmente la costruzione di una forza di governo basata su competenze e riconoscibilità, soprattutto per affrontare senza perdere un attimo di tempo i grandi temi che affliggono i sardi: in primis sanità e trasporti, ma senza trascurare la riforma della Regione». 

Dichiarazioni di pace e serenità, in attesa degli incontri bilaterali della governatrice coi i partiti, per la nomina degli assessori. Mentre si sono registrate le prime scintille. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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