Il braccio di ferro continua: complici la recente doppia sconfitta alle elezioni regionali e le rivalità che si profilano per il futuro, Lega e Forza Italia si sfidano. Pronti a darsi battaglia dalla riforma dell'Autonomia a quella della cittadinanza, passando per la legge di bilancio. In attesa di un incontro a tre - con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini appena la premier tornerà in Italia - è il segretario di FI ad alzare la posta, nella maggioranza. Il ministro degli Esteri promette "tanti" correttivi alla manovra e non molla sulla riforma-madre della Lega, quella disegnata dal ministro Roberto Calderoli per dare più margine di azione alle Regioni.

«Da prima che ci fosse la sentenza, noi condividiamo quello che ha detto la Corte», insiste il vicepremier azzurro, sposando così le modifiche chieste dalla Consulta dopo i rilievi di incostituzionalità avanzati su alcune parti della legge sull'autonomia differenziata. Non a caso venerdì pomeriggio si riunisce l'osservatorio voluto da FI per vigilare, in particolare, sui Lep (livelli essenziali di prestazione) e le materie non Lep, da sempre oggetto di perplessità tra i forzisti del sud.

Un attivismo che i leghisti vivono come una provocazione e che potrebbe mettere a rischio una delle battaglie storiche, e la più nordista, dell'ex Carroccio. Con riflessi anche e direttamente sul campo, al nord. 

La rivalità è accesissima con FI che, a differenza della Lega, va avanti e cresce con «il passo da alpino». Lo dice orgoglioso Tajani, sottolineando: «Siamo la seconda forza del centrodestra e dobbiamo dare un contributo per allargare i confini della coalizione». Altra differenza con la Lega, è la maggiore presenza di politici e voti che gli azzurri hanno al centro e al sud. Anche per questo Salvini punterà a rafforzare l'alleanza con l'Udc con cui mesi fa ha firmato un patto politico nel tentativo di riprendersi la Sardegna e l’Umbria.

La partita tra i due partiti si giocherà pure sulla manovra. FI assicura battaglia e modifiche sul taglio Irpef al ceto medio, aumento delle pensioni minime e riduzione della web tax. Salvini replica con emendamenti su sicurezza, pensioni e taglio del canone Rai. Tra i leghisti però l'accusa è che il segretario abbia sacrificato troppo i temi economici e il rapporto col ceto produttivo, per altre istanze più radicali ma meno sentite dai cittadini. Ad esempio quella dei migranti, più cavalcato da FdI, o la giustizia che a molti sembra ridotta a una questione personale del leader che, con il processo Open arms il 20 dicembre, rischia il carcere. 

(Unioneonline)

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