Niente di personale con Christian Solinas. L’avviso di sfratto al presidente sardista dato in Sardegna da Fratelli d’Italia in vista delle prossime Regionali è molto legato alle tensioni registrate nella provincia autonoma di Trento, dove il partito di Giorgia Meloni è uscito dalla Giunta Fugatti perché la Lega non avrebbe rispettato gli accordi preelettorali.

Che il nome su cui punta FdI sia quello del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu non è certo un mistero. Ma per settimane, anzi mesi, FdI Sardegna ha mantenuto un profilo basso, pur tenendo sempre il punto e pur rivendicando il diritto di guidare la coalizione e, perché no, di indicare un nome alternativo per la presidenza della Regione.

Poi, due giorni fa, la nota: «Non ci sono più le condizioni per sostenere un secondo mandato di Christian Solinas», è uno dei passaggi fondamentali del comunicato firmato dalla coordinatrice regionale e senatrice Antonella Zedda. Una posizione già manifestata a chiare lettere dal “grande centro” che fa capo ad Antonello Peru e Stefano Tunis, in modo più velato da Forza Italia.

Solo la Lega, soprattutto per voce del leader Matteo Salvini, sosteneva e continua a sostenere il Solinas bis.

E mentre nella nota di FdI si fa riferimento a un tavolo regionale da convocare nei prossimi giorni «per decidere con gli alleati quale sia la strada da percorrere per tornare al governo dell’Isola», dal Carroccio il coordinatore Michele Pais ha dichiarato che «non ci può essere alcun veto nei confronti di Solinas» mentre il presidente del Psd’Az, Antonio Moro, ha parlato del «tentativo in atto di utilizzare la Sardegna come rappresaglia nei confronti della Lega per una irrisolta questione di poltrone in seno alla provincia autonoma di Trento». Non escludendo a questo punto nulla e precisando: «Nessun timore di correre da soli».

L’articolo completo di Roberto Murgia e l’intervista ad Antonio Moro di Lorenzo Piras nel quotidiano oggi in edicola e sull’app

(Unioneonline)

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