«Non siamo interessati a calcoli elettorali. Qualcuno preferisce fare aritmetica, contare i possibili consiglieri regionali eletti o le cariche per il futuro. Io preferisco costruire una prospettiva politica diversa per l'oggi e per il domani, che metta al centro la Sardegna. E preferisco parlare di idee, proposte, progetti come ho fatto e sto continuando a fare nei tantissimi incontri sul territorio dove ci confrontiamo con le comunità».

Non si è fatta attendere la risposta di Renato Soru ai Progressisti, che hanno lasciato la sua “rivoluzione gentile” per approdare nella coalizione imperniata su Pd e M5s che sostiene la candidatura di Alessandra Todde alla presidenza della Regione. Da lì il partito di Massimo Zedda ha lanciato un appello a Soru, affiché «possiamo fare una lista unitaria». Ma lui non cede alle sirene. 

«Il nostro è un progetto che vuole essere alternativa all'esperienza di governo di destra a guida Solinas», spiega l’ex governatore, «e questo non significa sostituire le persone sulle poltrone con altre che vogliono fare le stesse cose: vogliamo cambiare le priorità di governo, sennò è un cambiamento solo di facciata».

Soro dichiara di voler «far nascere una forza sarda che abbia come orizzonte la possibilità di diventare maggioranza in Sardegna e mettere insieme tutte le forze di ispirazione sarda, sardista, autonomista e indipendentista che hanno a cuore il futuro della Sardegna», chiarisce il fondatore di Tiscali, che va avanti da candidato per la presidenza alle consultazioni del 25 febbraio con la sua Coalizione sarda.

(Unioneonline)

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