Domani approda in Aula il disegno di legge per commissariare le Aziende sanitarie. Il testo è praticamente invariato rispetto a quello approvato in Giunta sei mesi fa: un ddl che buona parte del Campo largo stesso ha considerato insufficiente da subito, ma su cui Alessandra Todde non ha mai voluto fare alcun passo indietro.

Frizioni

Non sarà facile, perché se la linea è condivisa dal partito della governatrice, il M5S, e sicuramente dal Pd, i motivi di frizione nel Campo largo rimangono. I Progressisti non hanno mai nascosto forti perplessità sul ddl. Almeno per tre ordini di ragioni: innanzitutto il testo prevede un rafforzamento di Ares (l’azienda regionale della salute), e questo a dispetto delle istanze dei portatori di interesse che in commissione Sanità hanno invitato a prendere una direzione opposta. In secondo luogo, non convince proprio il riaccorpamento del Microcitemico di Cagliari all’azienda Brotzu, più che altro perché non è d’accordo la maggior parte dei dipendenti. Terzo punto: il ddl non prevede una riorganizzazione tale da giustificare il commissariamento di otto Asl, due Aziende ospedaliero universitarie, l’Arnas Brotzu e l’Azienda dell’Emergenza urgenza (Areus). Senza considerare che alcuni dei direttori generali in scadenza nel 2026 hanno già pronto il ricorso pronto in caso di rimozione.

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