"Ho l'impressione che i principali leader delle forze politiche italiane, i leader di M5s, Pd, Lega e FdI, abbiano l'interesse ad andare a votare: interesse che è politico, e in alcuni casi personale, perché qualcuno vuole portare in parlamento prima possibile il suo gruppo di riferimento, è un dato di fatto oggettivo".

Matteo Renzi attacca tutti i partiti nel suo intervento finale all’undicesima edizione della Leopolda.

Soprattutto il Pd: “Se si vuole costruire un bipolarismo che porta il Pd nelle braccia del M5S è quel qualcuno che deve spiegare perché ha abbandonato gli ideali, non siamo noi che abbiamo lasciato la bussola del riformismo, ma chi insegue i populismi sul loro terreno chi strizza gli occhi al reddito di cittadinanza”.

Alle prossime elezioni, che siano nel 2022 o nel 2023, “non possiamo stare con i sovranisti o i populisti”, continua il leader di Iv, “ai primi diciamo che l’Europa non è il nemico, ai secondi che non possiamo stare con chi dà sussidi e dobbiamo dire ai giovani che c’è un mondo di opportunità pronto ad accoglierli”.

"Se Salvini e Meloni fanno l’asse di destra e il Pd sceglie di allearsi con M5S è naturale che alle elezioni dovremmo occupare quello spazio politico della Leopolda”. Renzi ne è convinto, il centro “è uno spazio politico di vittoria o sconfitta che in questo momento segna i governi in Germania, Francia, Usa, che può essere e probabilmente sarà decisivo alle elezioni, specie se ci saranno nel 2022".

Sul ddl Zan: “Sinistra dalla parte del bla bla bla, non dalla parte dei valori. Un capolavoro tafazziano che ha annullato la possibilità di portare a casa la legge, la responsabilità è di chi fa le manifestazioni venendo a insultare noi.

Capitolo Quirinale, una partita in cui c’è bisogno di “capacità tattica, sennò si fa come Bersani che brucia i candidati con i 101”. Al Colle, continua Renzi, “dovremmo pensare a eleggere un presidente della Repubblica avendo come stella polare una volta di più l'interesse del Paese, il suo prestigio internazionale, la stabilità delle sue istituzioni, la forza della propria influenza culturale, economica, politica. Un presidente che sia in grado di garantire la transizione democratica a livello europeo, perché abbiamo bisogno di un’Europa più forte".

Infine un annuncio sulle amministrative di Palermo, Iv candiderà Davide Faraone: “A Palermo non stiamo con Miccichè, stiamo con Faraone, ci candidiamo per guidare una città che negli ultimi anni non è riuscita neanche a seppellire i propri morti. Caro Davide, Palermo ha bisogno di te”.

(Unioneonline/L)

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