Il Parlamento dà il via libera al Piano di ripresa e resilienza presentato dal governo Draghi per ottenere dall’Unione Europea i 248 miliardi di euro del Recovery Fund, con cui l’esecutivo mira a mettere in campo progetti in grado – secondo le stime – di produrre una crescita di oltre il 3%, con un incremento del Pil nazionale, nei prossimi anni, di almeno 16 punti. 

Alla Camera il Pnrr presentato dal premier ha incassato larga maggioranza: 442 voti a favore, con l’astensione di Fratelli d’Italia.

Poi il passaggio in Senato, dove ha ottenuto 224 voti a favore, 16 i contrari, 22 gli astenuti. "Oggi è un giorno positivo, non è una cosa di cui dispiacersi. E' positivo per l'Italia. Questo Senato è stato protagonista nel disegno attraverso consultazioni e osservazione e sarà protagonista nell'attuazione del piano", ha detto in aula il premier Mario Draghi.

"Corruzione, stupidità, interessi costituiti continueranno ad essere i nostri nemici e sono certo saranno battuti. Ma c'è anche l'inerzia istituzionale che si è radicata per la stratificazione di norme negli ultimi 30 anni. Le riforme ci aiuteranno a superarle e per questo sono così importanti", ha aggiunto il numero uno di Palazzo Chigi, secondo cui “le riforme saranno adottate con procedimenti legislativi e il Parlamento avrà un ruolo determinante. La collaborazione di potere legislativo ed esecutivo è cruciale", ha aggiunto il premier.

"Al centro del piano – ha spiegato ancora Draghi – c'è l'Italia, con le sue straordinarie qualità e le sue ormai storiche fragilità, su cui credo che tutti siamo d'accordo". Bisogna "affrontarle e risolvere, questo piano ci dà l'occasione per farlo. E' sì un disegno di progetto ma è anche occasione per riflettere: dobbiamo lavorare insieme, non solo qui dentro ma insieme con gli enti locali e con tutto il popolo italiano. Pensate che l'Italia resti la stessa dopo? Il piano avrà effetti sia economiche che sociali. I progetti ha concluso – si possono infatti attuare solo se c'è accordo e una volontà di successo e non di sconfitta". 

(Unioneonline/l.f.)

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