Porto Torres, conversione del polo petrolchimico in ritardo di quattro anni. Todde: "Possibile attivazione di un tavolo nazionale"
Avrebbe dovuto completarsi nel 2016 il progetto di trasformazione dell'impianto nel più grande e innovativo polo di chimica verde al mondoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il progetto di riconversione del petrolchimico di Porto Torres non è stato ancora completato e si registra un forte rilento, mentre il dato sull'occupazione dal 2011 si è ridotto: alla luce dei dati, ha occorrere senz'altro procedere ad una verifica dello stato di attuazione del protocollo di intesa rispetto agli impegni assunti all'epoca e, se ritenuto opportuno da tutti gli attori del protocollo, potrebbe attivarsi un tavolo di confronto nazionale, con l'obiettivo di favorire reindustrializzazione del polo. Lo ha confermato ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, rispondendo ad un'interrogazione del deputato sardo del Movimento Cinque Stelle Mario Perantoni, che ha chiesto al governo un intervento per la piena attuazione del "Protocollo d'intesa per la chimica verde a Porto Torres", firmato nel 2011 e già in ritardo di 4 anni sulla data di chiusura. Il progetto nasce nel 2010 quando, a fronte della chiusura degli impianti petrolchimici presenti nel polo chimico di Porto Torres di proprietà Versalis (la società petrolchimica del Gruppo ENI) era stata annunciata la realizzazione da parte di Matrica (joint venture tra Versalis e Novamont, appositamente costituita) di un grande progetto finalizzato alla produzione di 120mila tonnellate all'anno di bioplastiche, nell'ottica di una riconversione del petrolchimico di Porto Torres nel "più grande e innovativo polo di chimica verde al mondo". A sancire gli impegni del progetto, ricorda Todde, era stato un Protocollo d'intesa sottoscritto il 25 maggio 2011 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dai Ministeri dello Sviluppo, dell'Ambiente, del Lavoro e delle Politiche agricole, da Eni e Novamont, dalla Regione, dagli enti locali e dalle organizzazioni sindacali: secondo il documento, il progetto avrebbe dovuto essere ultimato nel 2016, con l'ulteriore effetto di un saldo occupazionale positivo di circa 100 unità, ma ad oggi, dei 500 milioni di investimenti ne sono stati spesi solo 200, attraverso la realizzazione dei due piccoli impianti previsti nella prima fase, in grado di funzionare solo al 60 per cento della loro capacità produttiva. Negativi anche i risultati sui livelli occupazionali: lo ha segnalato la stessa Todde secondo cui ad oggi – se si considerano anche gli occupati a Porto Torres in capo a Matrica (circa 130 persone) – gli occupati sono poco più di 500 persone.