Nomine commissari Asl, Meloni (FdI): «Una legge inutile che spacca il campo largo»
Per il consigliere: «Non sarà la prima spaccatura di un'alleanza sottoposta all'egemonia della presidente ai danni del Pd, primo partito della coalizione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«La gestione personalistica della sanità orchestrata dalla presidente Todde è giunta alla seconda puntata. Dopo l'approvazione di una legge utile solo al commissariamento delle Asl, considerato addirittura prioritario rispetto alla Finanziaria, è arrivata l'occupazione delle poltrone».
Così Corrado Meloni, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, ha commentato la scelta dei commissari straordinari delle otto aziende sanitarie, delle due aziende universitarie, dell'azienda Brotzu e di Areus. «Nomine – prosegue – che hanno determinato, oltre una confusa gestione della comunicazione, il mal di pancia del Pd, tanto da far disertare la Giunta a ben tre assessori. Il 'campo largo' è diventato un 'campo rotto', e non sarà certamente la prima spaccatura di un'alleanza sottoposta all'egemonia della presidente ai danni del Pd, primo partito della coalizione».
Per il consigliere le nomine sono state «sbandierate enfaticamente, senza alcun senso del ridicolo, come 'tappa fondamentale per il processo riorganizzativo della sanità', mentre il fatto che siano stati nominati diversi direttori già scelti dalla Giunta precedente evidenzia che la finta riforma non è servita neanche a realizzare la tanto decantata discontinuità, che è rimasta uno slogan propagandistico».
Al di là di eventuali giudizi sull'esperienza dei singoli, ai quali comunque Meloni manda gli auguri di buon lavoro precisa che «su queste nomine pende sia l'annunciata impugnazione della 'legge-poltronificio' da parte del Governo nazionale per gli evidenti profili di incostituzionalità, che il ricorso dei direttori generali sostituiti prima della scadenza del contratto, con inevitabili danni erariali a carico del contribuente sardo. A riprova dell'ipocrisia delle battaglie caratterizzanti di questo centrosinistra, la presenza di una sola donna sui dodici commissari. Alla faccia delle tante belle parole sprecate sulla parità di genere».
Per l’esponente di FdI «si tratta dell'ennesima dimostrazione della mancanza di una qualsiasi idea di governo della Sardegna e di una precisa programmazione sanitaria, che ha costretto anche il Pd, seppure fuori tempo massimo, a dar ragione al centrodestra. Una conferma della fallimentare gestione dell'assessore 'a tempo' Bartolazzi, bocciato anche dai suoi alleati, che sancisce sempre più la precarietà del suo incarico».
(Unioneonline/Fr.Me.)