La difesa delle nazioni, delle identità e delle patrie, l’uso della ragione e non della forza. La guerra in Ucraina, di fronte alla quale l’Italia «ha scelto da che parte stare».

Ma, soprattutto, il tema delle migrazioni, con l’emergenza che sta investendo in questi giorni l’Italia.

«Davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo 'la fede nella dignità e nel valore della persona umana' può voltarsi dall'altra parte di fronte a questo scempio?», ha detto Giorgia Meloni nel suo discorso all’assemblea generale dell’Onu, lanciando l’appello ad agire tutti insieme «per contrastare i trafficanti di esseri umani».

«Davvero – ha incalzato la presidente del Consiglio – possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi? Davvero questa Assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata? Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero più bisogno ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no».

Ancora: «I trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell'immigrazione illegale di massa – ha sottolineato Meloni - illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l'Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l'importante per loro è solo il margine di guadagno».

La premier, che non è andata al tradizionale ricevimento di Joe Biden ma ha portato lo staff e la figlia Ginevra in una nota pizzeria di Manhattan, non ha parlato al Consiglio di Sicurezza. Era impegnata, spiega Palazzo Chigi, in una girandola di incontri bilaterali quasi tutti concentrati sull'Africa. E lo staff della Meloni precisa che, dopo aver assistito alla prima parte dello storico dibattito (presenti Volodymyr Zelensky e Serghei Lavrov), nei corridoi del Palazzo dell'Onu la premier ha avuto occasione di parlare con il presidente ucraino. Poi l'incontro con il segretario Antonio Guterres, cui ha chiesto un maggior coinvolgimento delle Nazioni Unite sui migranti.

Al termine del suo discorso Meloni ha anche sollecitato «una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale. Che esca dall'assetto cristallizzato all'esito di un conflitto che si è concluso ottant'anni fa, in un altro secolo, un altro millennio, per dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore nel presente».

(Unioneonline/L)

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