«Non abbiamo condiviso diverse scelte, non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c'era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas e la crudeltà rivolta agli ostaggi».

Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al premier question time alla Camera, rispondendo al deputato di Avs Angelo Bonelli. «In questi mesi a più riprese ho sentito il primo ministro Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l'urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Una richiesta che rinnovo anche oggi, a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile». 

«Sono convinta sulla base delle numerose conversazioni che ho avuto in questi mesi con i leader della regione – prosegue - che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto, aprire la strada a un processo che conduca alla soluzione dei due Stati, e resto convinta che per farlo occorra partire dal piano di ricostruzione proposto dai paesi arabi. È verso questo obiettivo che il governo continua a impegnarsi, lavorando con i leader della regione, con i nostri partner europei, con gli Stati Uniti. Lo faremo mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico. Ed è esattamente per questo che non è nell'intenzione del governo italiano richiamare l'ambasciatore italiano in Israele».

Magi fantasma

Mentre interveniva il capogruppo della Lega Riccardo Molinari, Riccardo Magi di Più Europa è entrato in Aula vestito da fantasma. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha immediatamente chiesto l'espulsione del deputato, portato via a spalla dai commessi di Montecitorio. «Si ricorda - urlava Magi rivolto alla presidente del Consiglio mentre veniva portato via - presidente Meloni quando accusava i governi di silenziare i referendum, di sfavorire la partecipazione. Se lo ricorda? Era il 2016 e 2022». Un riferimento alla campagna pro-astensione portata avanti dalla maggioranza sui referendum su lavoro e cittadinanza dei prossimi 8 e 9 giugno.

Lo scontro con Conte e Schlein

Sul piano RearmEu si è acceso lo scontro con l’ex premier Giuseppe Conte: «Onorevole Conte sono molto affascinata da questa sua travolgente passione antimilitarista che nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando era presidente del Consiglio, non la ricordo con la stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid e con un fondo sanitario nazionale con 18 miliardi di meno rispetto a oggi l'aumento delle spese militari», ha risposto Meloni a una interrogazione del leader M5S. «Non è la stessa persona - aggiunge - sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni».

Con la segretaria del Pd Elly Schlein è bagarre sulla sanità: «Io non so da quanto tempo non va in un ospedale – ha detto Schlein - Volete una sanità a misura del portafogli delle persone» e questa è una «vera e propria tassa Meloni, curarsi è diventato un lusso» e «c'è chi ci guadagna con le cliniche private». «Per lei se qualcosa non funziona è sempre colpa di qualcun altro» ma «dopo tre anni non ci sono scuse, la colpa è sua e gli italiani non sono fessi», ha aggiunto. 

«Collega Schlein – ha risposto Meloni – sempre complesso confrontarsi con qualcuno che per fare propaganda è costretto a mentire ma per certi versi è anche una buona notizia, rispondo volentieri con alcuni numeri e alcuni fatti che dal mio punto di vista sono abbastanza espliciti. Torno a dire che il Fondo sanitario nazionale è al livello più alto di sempre, quando ci siamo insediati nel 2022 quel fondo era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd quando è stato al governo non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni».

(Unioneonline)

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