C'è anche il nome di Vittorio Di Battista, padre di Alessandro (Movimento Cinque Stelle), tra i nomi finiti nelle indagini della Procura di Roma per le minacce e le offese scritte sul web all'indirizzo di Sergio Mattarella.

A Dibba senior viene contestata la violazione della norma del Codice penale che punisce "le offese al prestigio e all'onore del capo dello Stato", pena prevista: da uno a cinque anni.

Nel suo post, che risale a qualche giorno fa e che era intitolato "I dolori di mister allegria", erano comparse alcune frasi rivolte a Mattarella che hanno attirato l'attenzione degli inquirenti: "È il papà di tutti noi. È quello che si preoccupa di varare un governo. È quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco", la premessa.

E poi: "Mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa. Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumuli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero Paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate. Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature".

Il post è stato rimosso, ma non è stato sufficiente a evitare a Di Battista l'iscrizione sul registro degli indagati.

(Unioneonline/s.s.)

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