Ucraina, diritti umani, solidarietà globale. Sono alcuni dei temi che Mario Draghi ha toccato nel suo discorso alla 57esima edizione dell’Annual Awards Dinner della Appeal of Conscience Foundation, la fondazione che gli ha conferito il premio Word Statesman come statista dell’anno. Un riconoscimento andato, in precedenza, a Michail Gorbaciov, Angela Merkel e Shinzo Abe.

Il premier italiano è stato ringraziato dal presidente americano Joe Biden, nel suo messaggio alla fondazione, per la “voce potente” con la quale ha promosso i diritti umani.

Alla cerimonia di New York ha parlato anche Henry Kissinger, ex segretario di Stato Usa oggi 99enne, che ha messo in guardia sul rischio di "escalation e incidenti" tra Usa e Cina auspicando la necessità che le due potenze dialoghino tra loro, e "non solo per i problemi immediati".

"La domanda su come affrontiamo le autocrazie – sono state le parole di Draghi - definirà la nostra capacità di plasmare il nostro futuro comune per molti anni a venire. La soluzione sta in una combinazione di franchezza, coerenza e impegno". "Dobbiamo essere chiari ed espliciti sui valori fondanti delle nostre società. Mi riferisco alla nostra fede nella democrazia e nello Stato di diritto, al nostro rispetto dei diritti umani, al nostro impegno per la solidarietà globale. Questi ideali dovrebbero guidare la nostra politica estera in modo chiaro e prevedibile", ha aggiunto rivolgendo poi un omaggio a Shinzo Abe, “che è salito su questo palco lo scorso anno e ha ricevuto questo premio. Abe credeva fermamente nel dovere del Giappone di contribuire alla stabilità globale. Ha agito con forza per rinvigorire l'economia giapponese, attraverso una combinazione di politica fiscale, politica monetaria e di riforme dal lato dell'offerta. La vita di Abe è stata tragicamente interrotta, ma la sua eredità sopravvive tra la gente del Giappone e oltre".

Sulla situazione in Ucraina, “l'invasione russa rischia di inaugurare una nuova era di polarizzazione, un'era che non abbiamo visto dalla fine della guerra fredda” ha detto Draghi.

Alla base del premio ricevuto dal premier italiano, recita la motivazione, c’è la sua “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l'Italia e l'Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale", ha spiegato il rabbino Arthur Schneier, presidente e fondatore della fondazione.

Altri riconoscimenti sono andati a Robert Craft, fondatore presidente e ceo di Kraft Group, e a Jean Paul Agon, presidente del gruppo L'Oreal, rispettivamente per il loro impegno nella giustizia sociale (in particolare nella lotta all'antisemitismo) e nella diversità/inclusività.

Nel parterre, tra gli altri, c’era anche il segretario di stato Vaticano Pietro Parolin.

(Unioneonline/s.s.)

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