«Questa prima parte di mattinata non mi porta alcun senso di meraviglia. Non me la desta il fatto che il sistema della Regione non sia in grado di offrire dati ufficiali tre ore dopo l’inizio delle operazioni di spoglio, considerato che da cinque anni la Regione presieduta da Solinas non è mai stata in grado di dare risposte a qualunque problema della Sardegna. E non mi meraviglia vedere che, secondo i dati che arrivano dai primi singoli seggi di Cagliari, Alessandra Todde sia tanto avanti rispetto al candidato presidente del centrodestra Paolo Truzzu, che evidentemente come sindaco non è apprezzato e si sapeva».

Lucia Chessa, 63 anni, di Bitti, candidata presidente di Sardegna R-Esiste, sorride davanti alla macchina dei dati della Regione che si è inceppata alla partenza: «Riassume e rappresenta la legislatura che si sta concludendo».

Da una parte, Chessa si rammarica che Renato Soru, per via della legge elettorale, se non dovesse superare lo sbarramento come coalizione non sarà consigliere: «D’altra parte, chi è causa del suo mal pianga se stesso: Soru fu tra coloro che votarono questa legge elettorale tanto attenta a tener fuori chi non appartiene alle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra. Lo sbarramento si calcola sui voti delle liste, quindi il successo personale del candidato presidente non incide, però è sul consenso al presidente che si decide il premio di maggioranza. Questa legge elettorale è indecente e noi di R-Esiste ci siamo candidati in primo luogo per contestarla».

Nessuno stupore di essere l’ultima nei consensi: «Non siamo riusciti a presentare liste a Sassari e in Ogliastra», ricorda Lucia Chessa, «e abbiamo 34 candidati invece che 60. Noi ci siamo per farci conoscere dai sardi, siamo nati da un mese e ci stiamo presentando all’Isola in coincidenza con l’appuntamento elettorale. In tanti ci stanno contattando, in tanti vogliono sapere di noi e si dicono pronti ad affiancarci nel nostro percorso politico. Questo è il successo che auspicavamo, ed è arrivato qualunque sarà il nostro risultato alle urne».

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