Il taglio del reddito di cittadinanza costerà ai Comuni sardi circa cinquanta milioni di euro. L’hanno ricordato i sindaci durante la seduta congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle autonomie locali. «Il Cal e l’Anci hanno stimato che mancheranno 50 milioni alle famiglie, cioè a chi è già in stato di povertà - ha spiegato la prima cittadina di Fonni Daniela Falconi – non sfugga a nessuno questo tema perché chi non percepirà più il reddito di cittadinanza verrà a chiedere aiuto ai Comuni».

Del ridimensionamento del reddito ha parlato anche la presidente del Cal, Paola Secci, che ha chiesto, a titolo di compensazione, di aumentare la dotazione finanziaria del Reis. Nel complesso, ha spiegato, «il Cal ha apprezzato la proposta finanziaria da quasi dieci miliardi di euro. Tuttavia, non si registra l’incremento del fondo unico agli enti locali nonostante l’incremento dei tributi lo preveda». Inoltre, «non vediamo nemmeno le risorse per aumentare i gettoni per l’attività dei nostri consigli comunali e certamente non si tratta di costi che possono essere caricati sul fondo unico». 

Per la Giunta sono intervenuti gli assessori agli Enti locali, Aldo Salaris, e al Bilancio, Giuseppe Fasolino. In particolare quest'ultimo, sui timori legati all’abolizione del reddito di cittadinanza, ha assicurato che la Regione confermerà i fondi per l’assistenza alle fasce più deboli: «Siamo in attesa di capire come sarà riformato il reddito di cittadinanza, noi intanto confermiamo la cifra storica sul Reis (17 milioni) e i 75 milioni per i cantieri Lavoras. In accordo con i sindacati prevediamo di stanziare altri 20 milioni per fronteggiare la povertà». 

© Riproduzione riservata