Dopo le parole sull’attentato di via Rasella («I partigiani hanno ucciso dei musicisti pensionati, non i nazisti») il presidente del Senato Ignazio La Russa fa di nuovo discutere.

«Nella Costituzione non c'è alcun riferimento all'antifascismo», ha detto con convinzione la seconda carica dello Stato a Repubblica, proprio a pochi giorni dal 25 Aprile. Giornata nella quale «farò una cosa che metterà d'accordo tutti», ossia una visita al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga), perché condivide «appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura. Il problema è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto».

«Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata – ha aggiunto - E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica».

E infatti una pioggia di polemiche si è riversata su di lui tra chi lo invita a ripassare la storia e chi lo accusa di non conoscere la nostra Carta costituzionale, visto che la 12esima disposizione transitoria e finale recita chiaramente che «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».

La Russa «ha detto che l'antifascismo non è in Costituzione, noi diciamo che l'antifascismo è la nostra Costituzione», ha commentato la segretaria del Pd Elly Schlein a margine della segreteria in corso a Riano (Roma). «Per chiarirsi le idee consiglio a La Russa di leggere gli interventi dei deputati della Costituente. Basta revisionismi!», le parole di Laura Boldrini, deputata del Pd.

«La parola antifascista, ha ragione il presidente del Senato Ignazio La Russa, non c'è nella Costituzione, che però parla di antifascismo in tutte le sue declinazioni», lo ha difeso invece la capogruppo al Senato di Forza Italia Licia Ronzulli.

(Unioneonline/D)

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