La Regione sta per entrare nel terzo mese di esercizio provvisorio, tuttavia il 25 tra i banchi dell'Assemblea non arriverà la prima manovra della legislatura, bensì un disegno di legge sulla sanità che – a causa dell'assenza di copertura finanziaria – ha come unico obiettivo il commissariamento delle Asl.

Sullo sfondo di questo ingorgo di provvedimenti c'è il caso decadenza della presidente della Regione che rischia di provocare lo scioglimento di tutto il Consiglio regionale e il ritorno al voto. Il tema è delicatissimo. Non a caso, per oggi in Aula è programmata la discussione di una mozione della maggioranza che impegna la Giunta a sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato su cui è chiamata a giudicare la Corte Costituzionale.

La tesi di fondo è che lo Stato – e quindi il Collegio elettorale che ha emesso l'ordinanza ingiunzione – non sarebbe competente a esprimersi sulla decadenza: la sua competenza - sostengono i capigruppo del Campo largo nella mozione – è circoscritta alle cause di decadenza che colpiscono i consiglieri elettivi, mentre Alessandra Todde lo è di diritto.

Per la maggioranza si profila la fattispecie del "cattivo esercizio del potere" che per giurisprudenza costituzionale è sindacabile proprio nella sede del conflitto di attribuzioni. 

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