Anche il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in queste ore è impegnato nelle votazioni in corso per il nuovo Presidente della Repubblica e coglie l’occasione per sottolineare il particolare significato che questa occasione assume per l’Isola e per i sardi. Il nuovo eletto, ha detto, “non sarà solo il 14esimo Presidente della Repubblica Italiana, ma più correttamente il 40esimo Capo di quello Stato che, nato il 19 giugno 1324 a Cagliari-Bonaria, vive da allora e fino ai nostri giorni senza soluzione di continuità".

"Quasi 700 anni di storia d'Italia - ricorda - che ha nel suo DNA la nostra Isola, protagonista non solo della sua fondazione statuale, voluta da Papa Bonifacio VIII che infeudò lo Stato a Giacomo I (II d'Aragona), ma di tutte le sue fasi storiche nel corso dei secoli. Dalla sua istituzione, fino alla trasformazione nominale in Regno d'Italia nel 1861 dopo l'annessione di tutti i sei Stati peninsulari preunitari, e fino al referendum popolare del 1946 che lo ha trasformato in Repubblica Italiana, ciò che ha sostenuto lo Stato sardo nel corso del tempo è stato comunque un cambiamento costituzionale che non ha interrotto la continuità storica dello Stato stesso, di cui siamo tutti noi cittadini, insulari e peninsulari".
"Una piena e ininterrotta continuità - prosegue il governatore - che, come più volte attestato dallo storico Francesco Cesare Casula, ha nella Sardegna una figura di assoluto e primario risalto".

Solinas infine si dice “onorato di rappresentare, insieme agli altri rappresentanti della nostra Regione, non solo l'Istituzione Autonomistica, ma anche ogni singolo cittadino sardo, condividendone le giuste speranze e aspettative nei confronti della persona che assumerà l'alto onore di rappresentare l'intero Paese, a partire dal ripristinare questa verità storica restituendo all'Isola il giusto ruolo che le compete nella costruzione dello Stato che oggi tutti conoscono e per il quale specialmente i Sardi, in ogni tempo e da ultimo nella Prima Grande Guerra, hanno pagato un costante tributo, anche di sangue, troppo spesso dimenticato".
(Unioneonline/s.s.)

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