"Non mi vedo da nessun'altra parte, continuerò a lavorare e a ricorrere". Lo ha dichiarato Barbara Lezzi, senatrice dissidente del Movimento 5 Stelle, "cacciata", come altri colleghi, dopo il no alla fiducia al governo Draghi, in contrasto con le decisioni prese dai pentastellati, anche con il voto sulla piattaforma Rousseau.

"Siamo espulsi dal gruppo parlamentare - ha spiegato Lezzi, nel corso di un'intervista a "In mezz'ora in più" su Rai 3 - e abbiamo tempo di fare ricorso al comitato di garanzia, ma c'è molto disordine nella governance del M5s".

"Il comitato - ha detto ancora la senatrice - è presieduto da Crimi, che già da qualche giorno non è più capo politico. Io voglio restare nel M5s, amo i valori e i principi del M5s, amo il M5s".

Lezzi è una delle anime dell'ala "ortodossa" del M5S, cui appartiene anche Alessandro Di Battista. Ed è stato proprio quest'ultimo a suggerire agli espulsi di fare ricorso.

"Sono un libero cittadino, che non fa scissioni, non gestisco correnti, i parlamentari hanno responsabilità di fare le loro scelte, il consiglio che ho dato ad alcuni di loro è di fare ricorso per essere riammessi e credo che molti ci stiano pensando", ha spiegato Di Battista, confermando che anche lui, se fosse stato in Parlamento, avrebbe votato contro la fiducia a Mario Draghi.

Non farà invece ricorso il deputato sardo Pino Cabras, anche lui espulso perché contrario all'appoggio al nuovo esecutivo.

"Non ci sono le condizioni per ristabilire un rapporto di fiducia con il gruppo dirigente che ha compromesso qualsiasi possibilità di lavorare insieme", ha spiegato Cabras a Radio Popolare, confermando di avere in mente una nuova formazione politica, che però non sarà un partito perché "le costruzioni non partono dal tetto. Siamo sponda parlamentare e raccoglieremo le istanze di opposizioni che si formeranno nel prossimo periodo e siamo lievito di qualcosa che può crescere nella società".

(Unioneonline/l.f.)
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