«Tu entri e c'è un unico corridoio e tutte e quattro le celle si affacciano su quel corridoio. È piccolo. Per cui se entri in quel corridoio, inevitabilmente se loro si affacciano alla cella, li vedi e parli con tutti e quattro».

È la descrizione del compound che ospita i detenuti al 41 bis (CHI SONO) nel carcere sassarese di Bancali fatta da Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera che, con altri tre colleghi dem, ha fatto visita, a metà gennaio, al penitenziario sardo per valutare le condizioni di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da oltre 100 giorni (e che ora è stato trasferito nel carcere milanesee di Opera), al centro delle aspre polemiche politiche di questi giorni.

Cospito, ricorda Serracchiani a proposito proprio delle polemiche sulla visita innescate da un intervento del deputato di Fdi Giovanni Donzelli, «ci ha detto: “Non parlate solo con me, ma anche con gli altri detenuti” e noi gli abbiamo risposto: “Guardi, che lo avremmo anche fatto”». 

Inutile, prosegue Serracchiani, «dire “Cospito vi ha ordinato di parlare con gli altri detenuti”: è una cretinata. Nessuno ci ha ordinato niente».

Ancora, prosegue Serracchiani, «Abbiamo visto le infermerie dove vengono curati tutti i detenuti e abbiamo parlato anche con il medico che ha in cura in particolare i detenuti al 41 bis». Dopodiché, aggiunge Serracchiani, «siamo andati nella sezione del 41 bis, formato da dei compound di 4 celle. In uno di questi settori da quattro celle ci sono quattro detenuti, uno di questi detenuti era Cospito». Della delegazione facevano parte anche Andrea Orlando, Walter Verini e il deputato sardo Silvio Lai.

Il racconto di Silvio Lai nell’articolo di Enrico Fresu su L’Unione Sarda in edicola

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