La Giunta delle immunità del Senato ha dato il via libera al processo a Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona per il caso Gregoretti.

E lo ha fatto, come richiesto dal leader del Carroccio, con il voto dei senatori leghisti.

La maggioranza (Pd, Iv, M5S, LeU) ha disertato il voto, perché riteneva che la Giunta non si dovesse riunire oggi. Presenti solo dieci senatori: cinque della Lega, quattro di Forza Italia e uno di Fratelli d'Italia.

I leghisti hanno votato no alla relazione del presidente Gasparri che voleva negare l'autorizzazione a procedere (dunque sì al processo), i senatori di FI e FDI hanno votato a favore.

Cinque a cinque il risultato, ma in caso di pareggio il regolamento del Senato fa prevalere i no, dunque - in questo caso - la linea della maggioranza e, da oggi, anche del Carroccio che ha deciso di mandare a processo il suo leader.

"Voglio essere processato", aveva detto Salvini, che in passato si è fatto salvare dal Movimento 5 Stelle per l'identico caso Diciotti. E che peraltro, se proprio vuole essere processato, poteva semplicemente rinunciare all'immunità.

Nel pomeriggio, nel corso di un comizio nel Bolognese, l'ex ministro ha detto: "Sono un cittadino normale che ritiene che i magistrati debbano mandare in galera spacciatori e mafiosi, non ministri che hanno difeso il loro Paese".

Dichiarazione da cui si evince il tatticismo di Salvini: farsi mandare a processo per fare la vittima e infiammare questi ultimi giorni di campagna elettorale per le regionali in Calabria e - soprattutto - Emilia Romagna.

Dall'altro lato il tatticismo della maggioranza di governo, che Salvini a processo lo voleva mandare, ma avrebbe preferito posticipare il voto in Giunta per non dare quest'arma all'ex ministro negli ultimi giorni di campagna elettorale.

Una partita a scacchi, insomma. Ma il redde rationem lo avremo a febbraio, quando si riunirà l'intero Senato che potrà ribaltare il voto della Giunta. "Voteremo a favore anche allora", ha fatto sapere il leader della Lega.

E, ironia della sorte, allora sarà la leghista Erika Stefani a riferire in Aula l'esito del voto in Giunta. In sostanza, a spiegare perché Salvini dovrebbe essere mandato a processo.

DIGIUNO PER SALVINI - E i leghisti, intanto, hanno aperto il sito "Digiunopersalvini". "Caso Gregoretti - si legge - Salvini rischia la galera per aver difeso la Patria. Io sto con lui e digiunerò un giorno in segno di solidarietà", si legge sulla homepage del poartale.

"Domani digiuno anche io", ha detto Matteo Salvini.

Unioneonline/L)
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