Il governo Draghi incassa la fiducia al Senato sul Dl Aiuti (172 favorevoli, 39 contrari), ma senza i voti del M5S.

Per questo Mario Draghi è salito al Colle per un incontro interlocutorio e poi, tornato a Palazzo Chigi, ha annunciato formalmente al Consiglio dei Ministri le sue dimissioni dopo 17 mesi. Il presidente della Repubblica le ha però respinte invitandolo a presentarsi alle Camere il prossimo mercoledì per parlamentarizzare la crisi. 

"Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia – ha detto Draghi ai ministri spiegando la sua scelta -. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più".

Lo strappo era nell’aria da mercoledì sera, quando il Movimento Cinque Stelle, nelle dichiarazioni di Giuseppe Conte, aveva annunciato l’intenzione di non partecipare al voto. Oggi un’accelerazione prima delle 19, durante una riunione lampo del Cdm e subito dopo un lungo colloquio con Mattarella.

La situazione resta congelata fino a mercoledì 20 luglio con il capo dello Stato che ha chiesto a Draghi una “valutazione della situazione” davanti alle Camere. Tra le ipotesi, anche quella di un governo di scopo che chiuda la legislatura almeno portando a casa la Legge di Bilancio del 2023 con le riforme del Pnrr e garantisca all'Italia i fondi messi a disposizione dall'Europa.

LE REAZIONI – L’annuncio delle dimissioni ha diviso i partiti, con il Pd di Enrico Letta che archiviato il campo largo con il M5s di Conte confida che per il governo non sia ancora finita. “La giornata decisiva sarà mercoledì, quando Draghi riferirà in Senato, non oggi”, dice il ministro Dario Franceschini.

Il centrodestra invece si ricompatta e invoca le urne attaccando i Cinque Stelle. "Elezioni subito”, è il mantra di Giorgia Meloni. “Nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani”, la nota della Lega. "Non temiamo il voto”, aveva detto anche Silvio Berlusconi.

LA BORSA –  Intanto la Borsa di Milano, maglia nera d'Europa, ha chiuso a -3,44% e bruciato 17 miliardi. Lo spread ha arrestato per ora la sua ascesa a 206,6 punti, il rendimento del Btp decennale a 3,34%.

***

QUI la cronaca della giornata

QUI la notizia sui siti di tutto il mondo

(Unioneonline/l.f.-D)

© Riproduzione riservata