Sempre meno di lotta e sempre più di governo. Più si avvicinano le elezioni, più prende forma la svolta moderata del Movimento 5 Stelle.

Clamoroso il dietrofront odierno di Luigi Di Maio sull'euro: "Non credo sia più il momento di uscire dalla moneta unica, perché l'asse franco-tedesco non è più così forte", ha dichiarato il candidato alla presidenza del consiglio pentastellato in un'intervista a Porta a Porta.

E il referendum? Anche quello è da evitare: "Spero di non arrivarci, sarebbe comunque un'extrema ratio che spero di non dover usare".

Di Maio nel frattempo si è anche scoperto a sorpresa estimatore del presidente francese Emmanuel Macron: "Penso che nel suo programma ci siano cose molto interessanti, altre un po' meno".

L'ex vicepresidente della Camera è intervenuto a tutto campo rispondendo alle domande di quel Bruno Vespa che proprio oggi i pentastellati, in commissione di Vigilanza Rai, hanno tentato di far fuori dalla campagna elettorale, proponendo lo stop al suo programma e a quello di Fabio Fazio fino alle elezioni.

IL DOPO ELEZIONI - "Mattarella dovrebbe dare l'incarico a chi ha una maggioranza", ha risposto a chi gli chiedeva se il presidente della Repubblica debba conferire l'incarico di formare il governo a chi ha più voti o a chi ha più seggi". Quindi, in caso di incarico affidato ai 5 Stelle: "Faremo un appello sul programma ai gruppi politici e non ai singoli parlamentari, non stimolo e non voglio cambi di casacca", ha dichiarato. "Chi risponderà sarà nostro interlocutore nei giorni successivi, in cui faremo incontri pubblici e trasparenti sul nostro programma di governo. E, fermo restando che il nostro obiettivo è vincere con il 40%, ora è prematuro dire con chi ci alleeremo. Il 4 sapremo quanti parlamentari prendono Grasso, Salvini e gli altri".

ECONOMIA - Per quanto riguarda le ricette economiche, conferma del reddito di cittadinanza: "Già ci sono le coperture, non chiederemo per quello di sforare il deficit. Chiederemo di sforarlo per fare investimenti e grandi opere: l'austerità non funziona e se ne sono accorti anche Francia e Germania".

CAMBI DI CASACCA - Confermati anche il vincolo di mandato e le maximulte per i parlamentari a 5 Stelle che cambiano partito: "Faremo una norma costituzionale per mandare a casa chi cambia casacca, mentre i nostri avvocati sono al lavoro per le multe".

REGOLAMENTO INTERNO - Di Maio ha respinto le accuse di chi vede in Davide Casaleggio il vero dominus del Movimento: "È solo la persona che a costo zero ha progettato i nostri sistemi operativi, il software: mette le energie della sua azienda al servizio del M5S, non ha incarichi decisionali o politici, ci permette di fare il nostro lavoro tramite Rousseau". E poi, sui "superpoteri" conferiti a Di Maio dal nuovo regolamento: "I miei poteri sulle candidature? Quella norma è solo un deterrente per i profittatori".

(Unioneonline/L)
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